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NON TI MUOVERE regia di Sergio Castellitto

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  04/08/2007 00:23:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi ci sono voluti anni prima di vedere questo chiaccherato film: devo pensarci, rifletterci? Non so. E' facile indicarlo come uno dei migliori film italiani degli ultimi anni, ma qualcosa non mi torna completamente.
A volte la tensione melodrammatica è abbondantemente sopra le righe, specialmente in quel finale che si trascina stancamente su se stesso.
Del resto, non ho i mezzi per criticare il famoso libro della Mazzantini e dello stesso Castellitto, ma a onor del vero diffido dei bestsellers e credo che il loro principale difetto sia proprio quello di costruire un puzzle con troppi elementi, al fine di stabilire un contatto emotivo sempre più diretto e radicale con i lettori.
I personaggi del film, comunque, convincono splendidamente: il neurochirurgo rappresenta il meglio e il peggio del tipico maschio italico, ed è imbarazzante e persino viscido quando tenta inutilmente di recitare la parte del marito e padre ideale.
La regia di Castellitto evita molti clichè, peccato che alla lunga qualche reminescenza da telenovela smarrisca la strada iniziale: ma quel che conta è il ritratto fornito dall'insieme, a cominciare dalla moglie omertosa Gerini (davvero sempre più bella e brava) fino alla Finocchiaro, che riesce a stabilire realmente un grado di intensità reale, meno "costruito" e meno influenzato dagli eventi degli altri.
Maiuscola la prestazione di un'irriconoscibile, scheletrita e pallida Penelope Cruz, per una volta doppiata splendidamente con un accento tipicamente albanese.
Il meglio del film, che rischia troppo spesso di affliggere nell'Ossessione d'amore (e staremo tutti a interrogarci se sia amore o rimorso, pietà o affetto reale) è tutto nelle oscure e impossibili "scelte e forme di vita" del protagonista, un Castellitto dagli istinti bestiali e autodistruttivi che non dimenticheremo facilmente nel bisogno di arrestare una felicità che non c'è (alle due donne, egli risponde alla stessa domanda "sei felice?" con una mezza bugia o una mezza verità).
Insomma, non chiedetemi più di questo voto per un film imperfetto, ma (fin troppo?) vitale come questo: ma ce n'è abbastanza per amare quest'opera anche a dispetto delle sue imperfezioni, e della sua urgenza espressiva che avrebbe avuto miglior esito con una robusta levigatura
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  04/08/2007 00:24:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah dimenticavo in un certo contesto anche una canzone di Toto Cutugno serve benissimo allo scopo e alle immagini...
nextam  24/08/2007 22:49:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
kow non mi permetto di mettere in discussione un tuo commento ma devi convenire che con un soggetto come il libro della Mazzantini a disposizione un altro regista (de sica o spielberg) avrebbe vinto 10 oscar. il cinema e' americano come la pizza e' napoletana. questa e' fiction. un saluto.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  25/08/2007 11:19:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo è la maggior parte del cinema italiano ahimè
mars.attack  09/09/2007 19:26:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ottimo commento..
solo una precisazione:
Penelope Cruz non è affatto doppiata...

quando le hanno proposto il film ha eplicitamente richiesto, come clausola del contratto, di poter recitare lei stessa in italiano...
quindi le farei un ulteriore plauso.