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HARDCORE regia di Paul Schrader

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elio91     8½ / 10  03/08/2014 17:13:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lucidissimo viaggio nell'inferno del sesso a pagamento.
Paul Schrader, grandissimo sceneggiatore, qui è anche regista. Il modo in cui fa cozzare due visioni diametralmente opposte dell'America, la puritana-religiosa-bigotta e quella sessuale-libera-squallida, si fa ricordare grazie anche allo squallore di una fotografia urbana, oltre che alla prova attoriale grandiosa di George C.Scott.
Un film costruito in maniera magistrale: squallido e infernale, eppure non privo di una dose massiccia di humor nel mostrare l'adattamento progressivo di un elemento estraneo ad un mondo che non gli appartiene; privo di qualunque pretesa moralista, per cui non vi è una esaltazione a priori della provincia statunitense così come una condanna definitiva per il mondo del sesso. Quando si entra nelle dinamiche dello sfruttamento (c'è da dire che la vediamo da un lato di perenne sfruttamento) si scivola in situazioni difficili da controllare.
I conflitti dei personaggi e la rabbia, la vergogna, la caparbietà di George C.Scott sono una pentola a pressione pronta a saltare.
Ogni personaggio è scritto benissimo: nessun eroe senza macchia e senza paura.
Due sequenze indimenticabili: il momento, prevedibile e atteso, in cui il protagonista osserva la sua figlia innocente che viene sbattuta da due ragazzi; sul finale l'entrata in scena del circuito più nascosto e probabilmente mitico degli snuff movie, con tanto di filmino in bianco e nero con canzonetta romantica messicana, scena dissonante e neanche tanto violenta ma proprio per questo la più forte.

Bravissimi anche Peter Boyle e ancora di più Season Hubley: il suo personaggio ha lati che possono riassumere benissimo ciò di cui tratta l'opera; il finale, non proprio un happy ending, è indicativo della direzione asciutta ed equilibrata presa da Schrader che anche come regista sa il fatto suo.