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ACROSS THE UNIVERSE regia di Julie Taymor

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stecca     10 / 10  18/02/2008 11:59:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Across the Universe" di j. Taymor
CAPOLAVORO !!!!
Erano anni che non mi capitava, giuro, di provare, finita la proiezione (e....neppure troppo corta), il desiderio di rimanere seduto e di rivedere subito per la seconda volta il film appena concluso, anni !!!
I precedenti di questo regista evocavano un brutto e pasticciato Titus ed un semi-mancato Frida, però alcuni miei amici di assai diversa estrazione cinefila me ne avevano detto meraviglie, i Beatles sono un pò i miei miti di infanzia, oramai la pellicola era uscita dai circuiti primi, era domenica pomeriggio insomma perchè no ? E meno male...che film ragazzi, ripeto: che film !!!
Sulla scusa dei testi di alcune tra le più belle canzoni dei Fab four (non necessariamente le più famose) si costruisce una sorta di "Come eravamo" più "Fragole e sangue" più "Hair", in versione musical, che, attraverso l'epopea di un poveraccio di Liverpool in cerca del papà di guerra i cui destini si incrociano con la classica famiglia borghese americana dai figli in tensione sessantottina, ci evoca, meglio di qualsiasi altra pellicola passata, il mito di quel ventennio 60/70 che sconvolse oltre alla musica il mondo ed i costumi.
Zeppo di sequenze memorabili (dal balletto dell'arruolamento Vietnam assolutamente pazzesco, al finale-citazione del concerto sui tetti Apple di Let it be) e grondante amore folle del regista per quegli anni e quegli eventi (condiviso da chi scrive ovviamente), il film regala anche alcune chicche musicali da brivido perchè se è vero che le canzoni dei Fab Four sono immortali, e se è vero che tutte le cover dei ragazzotti scelti (bravissimi peraltro) sono notevoli, è anche vero che il cammeo di Bono che canta "I'm the Walrus" (da Oscar subito !!!) e la versione gospel della solita nera fenomeno che canta in chiesa "Let it be" durante il funerale del bimbo vittima dei disordini razziali during Martin Luther King, fanno venire la pelle d'oca anche ad un sasso.
Non mancano ovviamente anche le citazioni più scontate dai finti Janis Joplin e Jimi Hendirix a quel geniale mosaico sulla controversa figura di Yoko, ma il tutto, persino la ricercata somiglianza del protagonista con Paul Mc Cartney, è sempre in qualche modo "originale" e rivisto e firmato con mano ispirata del regista, quindi non c'è mai la (facile in qiesti casi) impressione del Deja Vù.
Terminato l'entusiasmo (vero ribadisco, e pure epidermico, e lo si respirava in sala) nonostante io non sia proprio un fautore dei musical (ma questo è un musical invero particolare), si esce rinfrancati anche se (almeno a me) sovviene una riflessione forse un pò da vecchietto nostalgico, ma inevitabile dopo un film così straordinario.
La generazione post bellica dei ventenni ha vissuto quel ventennio incredibile dei Beatles e di Luther King, quella degli odierni ventenni si è beccata invece il ventennio di Internet, play station e le tivvù del Berluska....peccato (per loro) !!!
norah  18/02/2008 12:17:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ma veramente frida non mi é sembrato proprio semi-mancato...dai,é bellissimo.