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NYMPHA regia di Ivan Zuccon

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phemt     8 / 10  16/05/2009 09:50:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quinto lavoro per Ivan Zuccon il miglior regista horror attualmente presente in Italia e seconda opera che non prende spunto da H.P.Lovercraft dopo l’ottimo Bad Brains con cui questa pellicola mostra qualche punto in comune (il rapporto incestuoso alla base dell’assunto e una certa propagazione del male)…

Scritto insieme ad Ivo Gazzarini (anche co-produttore) NyMpha potrebbe a prima vista sembrare un banale tonaca-horror ma è in realtà molto di più…
Il lento e devastante calvario di una novizia all’interno di un convento di clausura italiano fa infatti da sfondo a una vicenda ben più complessa ed interessante…

Sarah (una brava e credibilissima nonché affascinante Tiffany Shepis) viene costretta ad una serie di terribili torture e violenze corporee: le vengono perforate le orecchie (per sentire Dio), gli occhi (per vedere Dio), ustionate le mani (per toccare Dio) e asportata la lingua (per parlare con Dio)… Ma questo non è avviene solo a causa delle allucinati e fanatiche suore ma perché alle spalle di tutto c’è una storia, risalente a diversi anni prima, che piano piano comincia ad affiorare nella mente di Sarah in un crescente e delirante viaggio onirico che porterà alla scoperta dei terribili segreti che stanno dietro al culto e alla figura di Ninfa…
Il passato di Ninfa infatti si rivelerà molto più tragico di quanto si possa immaginare… Nata orfana e cresciuta da un nonno fanatico religioso fino al midollo, convinta di una strana presenza nascosta in soffitta, la vita di Ninfa (da collocare più o meno tra gli anni 30 e gli anni 40) prenderà una piega fortemente drammatica a causa dei ricordi e delle paure non superate…
Negli ultimi venti minuti fanno bella mostra di sé un paio di ottimi colpi di scena, uno che vive su un idea abbastanza vecchia ed abusata ma gestito splendidamente, l’altro (imprevedibile) va a chiudere il cerchio del dramma…

Visivamente magnifico grazie al talento visionario di Zuccon e ad una fotografia (come sempre a cura dello stesso regista) molto evocativa che si adatta benissimo all’unica location…
Lo stile registico di Zuccon è sempre quello, montaggio in alternata, fusione delle storie sullo stesso piano narrativo (anche se qui sono più evidenti i passaggi temporali), carrellate varie, atmosfera opprimente e tensione costante… Pochi virtuosismi fini a se stessi permettono un’atmosfera ancor più claustrofobica dove diventa evidente l’assenza di vie d’uscita per la povera Sarah…

Zuccon è abile nel dettagliare psicologicamente i vari personaggi, specialmente il nonno fanatico religioso, e l’unico personaggio che lascia un po’ interdetti è il medico ubriacone… Per la prima volta non c’è più Cerman (e un po’ dispiace perché in Bad Brains se l’era cavata bene) e il cast lo si può dividere in due, bene gli attori internazionali, un po’ meno quelli italiani… Interessante l’idea di mantenere due tipi di lingua, cosa che raramente si fa nel cinema, e che rende tutto ancor più verosimile…

Abbondante e di buona fattura lo splatter dove brillano gli effetti visivi del sempre bravo Massimo Storari, buona anche la colonna sonora sempre azzeccata e ben gestita da Zuccon…

Horror a sfondo religioso teso ed avvincente, tiene legati alla sedia fino alla fine malgrado qualche difettuccio qua e là… Ma Zuccon si conferma sempre e comunque regista di classe e basti pensare alla immancabile (per il genere, e il pensiero va al buon vecchio Joe D’Amato) scena lesbo girata con classe ed interpretata con credibilità dalle due attrici senza concedere nulla al voyuerismo più sfrenato…

Non mancano le solite citazioni dovute, credo, più che altro al fatto che regista e sceneggiatore devono essere cresciuti a pane e horror… Aldilà di un evidente (forse anche casuale) citazione ad un classico di Kubrick questa volta Zuccon sembra voler omaggiare soprattutto Argento e proprio il Darione nostro dovrebbe guardarsi sto film e riflettere tristemente sulle differenze tra NyMpha e La Terza Madre e chiedersi poi se è giusto che lui con un filmetto del genere sia stato in tutti i cinema d’Italia, mentre Zuccon da 3 anni non ha uno straccio di distribuzione…

Poi noi italiani siamo sempre i soliti, si esalta il primo Laugier di turno che passa per strada e non ci si rende conto di quanto sono bravi i registi italiani… E il paragone non è casuale, guardate come i due registi trattano diversamente il calvario della donna, e provate a ragionare su dove stia il vero horror e dove sta invece la violenza fine a se stessa figlia di una bella gara a chi è il più cattivo della compagnia…

Zuccon non è più una promessa, se in Italia ci fossero produttori e distributori onesti, proprio da lui si potrebbe provare a riportare l’horror all’italiana ai fasti di un tempo…