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MOULIN ROUGE regia di Baz Luhrmann

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kafka62     5½ / 10  25/02/2018 18:12:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa ci fa Violetta, la Traviata verdiana, al Moulin Rouge, il tempio parigino del can can? E perché Ewan McGregor e Nikole Kidman, nella sequenza del loro innamoramento, cantano "Your song" di Elton John, "Heroes" di David Bowie e "All you need is love" dei Beatles? E ancora, come mai la macchina da presa di Luhrmann si muove tarantolata come nel "Dracula" di Coppola, mentre Toulouse Lautrec, Satie e gli altri componenti della combriccola bohemienne sembrano appena usciti dal "Rocky Horror Picture Show"? Quello che irrita di "Moulin Rouge" non è l'utilizzo degli elementi più disparati e anacronistici dell'immaginario artistico moderno: in fondo, la natura più profonda della cultura post-moderna è proprio il sincretismo, ossia la miscellanea e la fusione di materiali eterogenei provenienti da ogni campo dell'arte e da ogni parte del mondo. No, quello che veramente dà fastidio del film di Luhrmann è la totale mancanza di idee e di originalità, camuffate alla bell'e meglio dietro un accumulo vertiginoso e obnubilante di rimandi a canzoni, personaggi e luoghi celebri i quali, più che citazioni, verrebbe voglia di definirli appropriazioni indebite. "Moulin Rouge" è un film che sembra fatto apposta per gli adolescenti cresciuti con video clip ed MTV (senza peraltro neppure un Di Caprio per fare commuovere e innamorare le ragazzine) e, in virtù di questo target di pubblico dalla cortissima memoria cinematografica, il regista può addirittura permettersi il lusso di far passare per eccitanti trovate quelli che invece sono solo abusati stereotipi, come ad esempio lo stratagemma, su cui si regge l'intera sceneggiatura, di ribaltare la realtà degli amanti nella finzione teatrale, utilizzato innumerevoli volte da "Amleto" fino a "Shakespeare in love".
Insomma, "Moulin Rouge" è un musical confuso e sgangherato, che si finge irregolare e bohemien come i suoi personaggi, ma affonda inesorabilmente in un caos di immagini frastornanti, sovreccitate, ubique che quasi mai riescono nell'intento di esprimere la follia, la sete di passioni forti e la gioia di vivere della belle epoque. Peccato, perché Luhrmann non è tecnicamente uno sprovveduto e la Kidman come attrice non ha certo bisogno di referenze, ma la pellicola proprio non riesce a commuovere ed a emozionare, la morale di verità, bellezza, libertà e amore è insopportabilmente ingenua (senza per questo avere l'innocenza e la levità della favola) e alla fine viene da pensare che il meglio della pellicola sia l'avere coreografato qualche bella canzone dei Police, dei Queen e di *******.