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SHINING regia di Stanley Kubrick

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Ciumi     10 / 10  31/03/2010 18:39:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'Overlook Hotel è un ambiente assolutamente mentale.
Edificio d'impasse, luogo irreale: è appunto un albergo, dunque già distante dalla locazione famigliare - ma che ospita famiglie: è infine la mente esausta di padri assassini.
Isolato in un inverno pressoché definitivo, si raggiunge attraverso quella strada tortuosa che le riprese aeree ci mostrano in principio: costeggia pareti montuose e precipizi!

E irreale è il colloquio di lavoro. Irreali gli ospiti - le altre famiglie - che lasciano l'Hotel.
Irreali i grandi corridoi vuoti, le immense sale evacuate: nulla ha parvenza reale in "Shining".
Ma reali sono i protagonisti, reale è il terrore a cui il film fa riferimento: la nevrosi che degenera e diventa follia d'un padre di famiglia.

La normalità è risolta in poche sequenze: il rifugiarsi dentro a un bar a bere; gli improvvisi scatti d'ira; la ripetitività dei gesti e dei pensieri; una pallina battuta contro la parete; la confessione tremenda nelle pagine del manoscritto; osservare la propria psiche stagnare sulle trame di un labirinto; invece, sono tutti indizi che ci descrivono uno stato mentale non più sano.

E' corretto dire che le visioni e le situazioni insolite a cui assistiamo non siano che proiezioni della mente alterata di Jack; e i fantasmi della pellicola, non che le memorie di fatti analoghi, d'altre stragi passate, articoli e notizie di cronaca nera. Mentre lo shining di Danny rappresenterebbe quell'acume e la particolare sensibilità che sviluppano i bambini che vivono situazioni famigliari problematiche, o che subiscono violenze. Ed è quindi probabile che il cuoco di colore affetto dalla medesima "luccicanza", non sia che uno di coloro che trascorsero un'infanzia altrettanto difficile.

I corridoi percorsi sul triciclo dell'Overlook Hotel sono, assieme, l'estraniazione del bambino in un proprio mondo, e la pazzia del padre percepita e trasfigurata attraverso i suoi occhi.

Ma anche l'albergo ha il suo proprio cuore, stanza che una volta varcata non dà chance di ritorno. E quando Jack vi entra, trova il disgusto dell'atto amoroso, la vecchiaia e la morte nell'ambiente quotidiano.

E più addentro ancora! Non di giallo, che è il colore della follia; ma tinta di rosso, dell'ormai terrore e di un'irrimediabile emorragia, ecco: la camera ultima, o luogo estremo dell'omicidio...