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SHINING regia di Stanley Kubrick

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jack_torrence     10 / 10  17/03/2010 16:04:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il mio nick (che un mero errore materiale, e invece di a, ha trasformato ai miei occhi in un vezzo tipo "inglourious bastErds") esigeva un mio commento a questo immenso film.

Shining mette in scena una vicenda che, se da un lato ha in sé la propria compiutezza e le proprie allusioni di “senso”, è anche un’allegoria molto complessa e stratificata.
Le esperienze del protagonista appartengono a un universo mediano tra il reale e l’onirico, un universo che riesce a essere al contempo sia reale, sia onirico.
Le visioni di Jack hanno inizio nella Golden Room (la prima visione - l’apparizione del cameriere Lloyd - è per così dire “contenuta”, mentre la seconda - la festa - è barocca, eccessiva, segno di una mente sempre più squilibrata).
Le visioni di Jack, anche la loro progressione, entrano solo apparentemente nelle coordinate del film di genere (la casa infestata da fantasmi). Se si presta attenzione alla struttura narrativa del film, scopriamo che le due relative sequenze non sono affatto scisse da quanto le precede: anzi ne costituiscono l’esito. In entrambi i casi abbiamo Jack, un padre di famiglia che si rifugia al bar, a bere, per sfuggire alle pressioni familiari divenute a un dato punto eccessive. La prima volta, infatti, Jack si “rifugia” nella Golden Room appena dopo essere stato accusato dalla moglie di esser lui la causa dei misteriosi segni sul collo di Danny (e che noi spettatori riconduciamo, invece, alla “visita” compiuta dal bambino nella stanza 237, sulla quale però è stata pur sempre operata un’ellissi. Ciò, da un lato, è uno dei fattori di ambiguità di cui è costellato il film, e d’altra parte ci fa propendere per l’innocenza di Jack, e quindi, nella circostanza, parteggiare per lui, anziché per la moglie).
La seconda visione (quella in cui Jack riceve il “mandato” da Mr. Grady), segue la sequenza in cui Jack afferma di non aver trovato nulla nella stanza 237, ma -stavolta - ci sembra mentire, alla luce di quanto visto (in un trionfo di ambiguità, assistimano Halloran mentre vede - forse - Danny (oppure entrambi vedono insieme), Danny vede - forse - il padre, nella stanza 237, il quale vede una ragazza nuda uscire dalla doccia, baciarlo, e trasformarsi in una vecchia in putrefazione la quale, contemporaneamente, avanza verso di lui e se ne sta distesa nella vasca, iniziando ad emergerne), e subire intanto sempre più sia il peso del proprio crescente isolamento all’interno del nucleo familiare (che vorrebbe invece tenere in pugno), sia il peso della decisione di restare all’Hotel, a dispetto della volontà della moglie, della propria inettitudine …e dei propri fantasmi.

Dunque: entrambe le visioni che hanno luogo nella Golden Room possono spiegarsi agevolmente come prodotto della mente di Jack, il quale, sotto il peso dello stress e della tensione, elabora proiezioni delle proprie pulsioni di distrazione (nel primo caso - la comparsa di Lloyd) e di controllo sulla famiglia. Il discorso di Mr. Grady, infatti, esplicita una vera e propria rivendicazione del ruolo di padre di famiglia autoritario che “mette in riga”, disciplina moglie e figlio. Ma Jack, oltre a essere debole e frustrato, non conosce l’essenza di dominio e potenza (e di violenza) di questa pulsione: ha dunque bisogno che gli venga “proposta” da qualcuno.
(Può essere interessante ricordare come, a complicare la rete di ambiguità di cui è intessuto Shining, c’è lo sdoppiamento del nome di battesimo di Mister Grady (un errore compiuto dalla mente di Jack?). Uno sdoppiamento scomparso nel doppiaggio italiano, mentre, nell’originale, il Delbert Grady della sequenza del bagno rosso viene inizialmente chiamato Charles Grady, da Ullman, nel colloquio di assunzione. Quello che i traduttori italiani avevano probabilmente ritenuto una svista di sceneggiatura, è invece un indizio ulteriore della germinazione fantasmagorica che ha luogo nella mente di Jack).

Sembra plausibile perciò leggere le visioni di Jack come creazioni del suo inconscio – un inconscio che traduce e mette in scena ciò che, razionalmente, Jack non sarebbe in grado di elaborare da sè. Occorre sottolineare però che il valore e l’efficacia di questa messa in scena sta nella sua assoluta realtà. Le due scene sono inverosimili in un contesto normale, ma presi per mano dalla finzione, come spettatori che hanno già accettato la sospensione della credulità, siamo posti di fronte a una situazione che ci sembra realmente realizzarsi, lì all’Overlook Hotel. E’ questo che intendo, sostenendo che l’universo di Shining si colloca in una dimensione al contempo onirica e reale: le visioni di Jack non sono presentate come visioni, ma come esperienze reali. Al contempo, sono visioni, si spiegano come visioni - pur restando, ambiguamente, …del tutto reali.

Le proiezioni effettuate all’esterno di sé da parte di Jack, sono di due specie.
La prima è la proiezione, su qualcun altro, della colpa delle proprie frustrazioni, della responsabilità del proprio scacco. In Shining, Jack vede nel figlio Danny e nella moglie Wendy un ostacolo per il proprio lavoro (di custode e di scrittore): egli sostituisce alla propria inettitudine il peso costituito dalla famiglia e dalle responsabilità familiari, troppo gravose per la realizzazione della sua individualità.
(E' significativo che il tentativo di strangolamento di Danny, che la madre attribuisce a Jack, sia avvenuto proprio mentre Jack era addormentato davanti alla sua macchina da scrivere, e lì - in una sorta di traslazione - ha sognato di fare a pezzi la famiglia – incubo che lui stesso aveva rivelato alla moglie, sconcertato e angosciato, appena prima che apparisse Danny con i segni sul collo).
Esiste poi una seconda specie di proiezione-fuori-di-sé: quella delle forze che dirigono e sovrintendono alle pulsioni interiori. Jack si crea Mr. Grady, da cui viene spinto a concretizzare l’annientamento del nucleo familiare.

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Appendice cabalistica-massonica.

Premessa: Kubrick era di origini ebraiche; la cabala è ebraica; non ne so assolutamente nulla ma credo che sia lecito instaurare un rapporto quantomeno teorico fra elementi della cabala ed elementi della massoneria.
Si può ipotizzare che Kubrick appartenesse a una massoneria? Non sarebbe poi una cosa scandalosa. E' stato già sostenuto da qualcuno?

Dunque. Dalla monografia sul film di G. Cremonini, estrapolo la seguente allusione al numero 12 e al suo inverso 21.
Il numero 12, nella cabala, leggo, starebbe a indicare "olocausto".
- Stanza 237: la somma di 2, 3 e 7 dà 12.
- La stazione dell'Overlook Hotel è KDK 12.
- la foto che si vede alla fine del film ritrae la festa del quattro luglio del (19)21.
- quella foto è una delle 21 foto presenti su 3 file di 7 foto ciascuna.
- Danny e Wendy guardano alla tv "Summer of '42" di R. Mulligan: 42 è il doppio di 21.

Ovviamente, le "coincidenze" riguardanti il 12 e il 21 tornano anche in "2001: Odissea nello spazio":
- nel titolo.
- HAL dichiara di essere stato progettato il 12 (dodici) gennaio del 1992.
- 1992 è in curiosa opposizione con 2001, con l'inversione della prima e l'ultima cifra e la sostituzione di 00 a 99.
- La somma di 1, 9, 9, 2 dà 21.
- HAL: la H è l'ottava lettera dell'alfabeto inglese, la A la prima, la L la dodicesima. 8 + 1 + 12 = 21

...

credo che i riferimenti non siano finiti
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  28/08/2010 11:48:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei commenti più interessanti su Shining che io abbia mai letto. Non posso dire altro per il momento, aspetto di leggere il saggio di Cremonini per dire la mia. Complimenti!
jack_torrence  20/09/2010 02:42:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie!
Leggi il saggio di Cremonini che è bellissimo.
Ci troverai tantissimi riferimenti alle favole (Pollicino), a Edipo, al 4 luglio, agli indiani d'america (i vestiti di Wendy, l'ascia, il cimitero indiano su cui è costruito l'overlook...), ai neri (Halloran); ai labirinti, ecc...

Ti segnalo anche la bellissima scheda di Cash qui su filmscoop, nello speciale dedicato a Kibrick, che ho letto dopo il mio commento...
In particolare c'è uno straordinario spunto sul doppio labirinto (letteralmente messo in scena da Kubrick nella sequenza finale): il labirinto in cui Jack si perde, quello della sua mente, è lo stesso da cui Danny - suo figlio - riesce a fuggire, ricongiungendosi alla madre. E' naturalmente Edipo. Ma è anche la duplicità del destino umano: perdersi e ricominciare, in un ciclo infinito che non è nè ottimista né pessimista. Esattamente come 2001 dallo smarrimento di David discende il feto astrale.
Alla spirale involutiva si affianca una spirale evolutiva, ma i due movimenti in qualche modo si annullano. In fondo, Kubrick ci fa capire che siamo destinati a tornare alla festa in maschera del 1921, che l'uomo-Jack non è mai uscito dall'Overlook Hotel e che probabilmente l'Overlook Hotel è - come l'universo - il limite-prigione oltre i cui confini l'uomo non può procedere e entro il quale è per sempre destinato a perdersi.

E' stato un piacere.
Scrivere di questo film mi affascina sempre.
Ciao,
Jack
Invia una mail all'autore del commento kampai  17/03/2010 17:25:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
per king il film non è riuscito bene perchè jack doveva avere un viso rassicurante per poi trasformarsi.di nickolson si può dire tutto ma non che abbia la faccia rassicurante.
jack_torrence  18/03/2010 03:24:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
giusto!
ma questo cosa a che vedere con il mio commento? ;)
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  28/08/2010 11:52:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi limito a dire che Shining è tra i film più aperti ad ogni tipo d'interpretazione tra tutti quelli che ho visto.
Forse anche più di 2001 ed al parti EWS dello stesso Kubrick.
Ho letto molti interessanti riferimenti alla società americana, alle stragi fatte dai servi del potere(come il protagonista di Shining)contro i più deboli(che siano indiani o "cuochi negri" poco conta), spiegazioni paranormali e perfino riferimenti all'alcolismo.
Tutto quadra in ogni caso, le spiegazioni sono infinite.
Quello che resta è la grandezza di questo film.
jack_torrence  17/03/2010 16:42:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dimenticavo una riflessione molto importante per il filo logico da me seguito, che tende a rimarcare l'importanza della bi-dimensionalità della dimensione del film, che sarebbe sia onirica, sia reale.

Il fatto - rimarcato da Cash nella sua stupenda scheda sul film - che soltanto quando "qualcosa libera [Jack] dalla dispensa risulta chiara la presenza di forze sovrannaturali" avvalora entrambe le sensazioni, e cioè che quanto visto sino ad allora sia reale e sia una visione. Da questa dicotomia infatti SONO ESCLUSE LE FORZE SOVRANNATURALI: i fantasmi, in quanto tali - fantasmi - sarebbero banali entità terze, sia alla realtà sia alle "visioni" (che per loro natura anche se non reali, appartengono cmq alla mente di un personaggio, e non sono entità esterne a lui).
Anziché sconfessare la tesi delle "visioni", il momento in cui M. Grady apre la dispensa, rafforza, in modo geniale, e vertiginosamente ambiguo, proprio la sensazione di realtà delle visioni, che restano tali, perché quanto comprendiamo in questo momento cruciale è che SIA JACK SIA M GRADY SONO PRESENZE PERPETUE ALL'INTERNO DELL'OVERLOOK HOTEL. Il tempo, come spiegato esplicitamente a Danny da Halloran, è una variabile secondaria: i fatti persistono.
La mia tesi secondo cui in Shining la realtà convive con le visioni, restando da essa distinta (ma non sempre facilmente distinguibile) trova una sua spiegazione nel fatto (riconosciuto dalla critica) per cui sia la realtà che la visione non sono infine che due variabili di una sola costante K, la quale è l'Overlook Hotel che tutto (soprav)vede. Sia ciò che è "reale", sia ciò che è "visione", è racchiuso, ricompreso e trasceso entro la cornice metafisica dell'Overlook Hotel, che - come il Monolito di 2001 - è il motore immobile entro cui tutto avviene, e per il quale tutto si produce (lasciando aperto il libero arbitrio).