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LE COLT CANTARONO LA MORTE E FU... TEMPO DI MASSACRO regia di Lucio Fulci

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  13/10/2014 11:03:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il cercatore d'oro Tom riceve un messaggio in cui gli si chiede di tornare a casa al più presto. Allarmato parte immediatamente trovando la fattoria in cui è cresciuto governata da un signorotto locale. Questi ha un figlio estremamente crudele che spadroneggia in città mostrando senza alcuna vergogna la sua attitudine disumana. All'uomo non rimane che cercare il fratello e l'anziana tata abbandonati anni prima, dovrà capire cos'è successo ma non sarà facile visto il muro di omertà eretto intorno a lui.
Tutt' altro che memorabile questo spaghetti-western firmato dal grande Lucio Fulci e ricavato da un soggetto di Fernando Di Leo da ritenersi interessante, dove si nota la volontà di apportare modifiche abbastanza inusuali per il genere. Purtroppo la narrazione si rivela eccessivamente soporifera ed i personaggi non bucano lo schermo, a partire dal protagonista (Franco Nero) spesso messo in disparte dalla sua eccentrica spalla (George Hilton), per continuare con cattivi privati del minimo approfondimento.
I rari dialoghi sono di livello modesto, mentre Fulci pur non avendo ancora "sposato" la causa horror che lo renderà celebre ed acclamato, si fa notare per qualche crudeltà assortita (la scena iniziale del fuggitivo dato in pasto ai cani, ad esempio).
L'apprezzabile volontà di sviluppare qualcosa che vada oltre le classiche sparatorie e all' "uno contro tutti" dell'eroe di turno resta confinata nelle intenzioni. A tenere desta l'attenzione è il mistero che avvolge il protagonista, anche se alla lunga non ci vuole un genio per dipanare la matassa. Il colpo di scena poi è per nulla convincente.
Buona la soundtrack di Sergio Endrigo per un film generalmente sopravvalutato. Di western all'italiana di gran lunga migliori -senza scomodare Sergio Leone- ce n'è a bizzeffe, tanto per restare con Fulci basti pensare al suo "I quattro dell'apocalisse".