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IL DOLCE E L'AMARO regia di Andrea Porporati

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  06/09/2007 01:11:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Cosa ti importa di un padre che non hai mai conosciuto?" cfr. si inserisce nel contesto edipico della storia. Il personaggio di Lo Cascio ammicca a una sorta di empatia con lo spettatore, malgrado sia del tutto incapace di provare pietà per due ragazzini barbaramente trucidati (ma perchè le scene migliori sono quelle più terribili?) e si dimentichi di essere egli stesso "un padre".
Dall'"altra parte della barricata", mentre l'ex-sceneggiatore della Piovra e di Amelio (in verità c'è più Amelio) segue il filone tutto azione e beffarda ironia che ha visto premiare nelle sale "Romanzo criminale" di Placido.
Ottime intuizioni (il viaggio iniziale dei ragazzini in visita al padre durante una rivolta carceraria, il finale farsesco e liberatorio) non riescono però a sottrarre alle immagini l'acquisizione di "fiction", oltretutto fastidiosamente introdotta dall'Io narrante che, guardacaso, è una figura ambigua e ambivalente (crede alla rinuncia solo per la sua felicità individuale, ma non rinuncia a sporcarsi le mani di sangue, quando serve) quanto basta.
Poi c'è lei che sogna una vita diversa, e come biasimarla? Ma lo ama lo stesso, nonostante prenda a pugni i suoi spasimanti e arrivi alla violenza carnale.
Quando la finiremo di redigere monumenti a codesti individui, con buona pace di Lo Cascio?

Se non faccio referenze morali al film, è un'opera interessante peccato che prevalga una certa piattezza proprio nel tentativo di reprimere ogni drammatico/meccanico gesto in un'impresa (tra le tante) "impassibile".
Mentre lo vedevo non facevo altro che chiedermi per quale ragione dovrebbe importarci del turismo che rifiuta tangibilmente (e giustamente) di scoprire le bellezze della nostra Penisola: potrebbe non c'entrare niente, ma la moralina tra "dolce e amaro" (vs. così è la vita) avrebbe bisogno di ben altro (tipo il linguaggio mafioso e il gioco delle rivelazioni diverse da come le sentiamo/vediamo) piuttosto che l'accettazione retriva e buonista di questi "antieroi" che "ce la fanno". A seguirne l'esempio, c'è di che riderne
Xanadu26  24/12/2007 23:12:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bravo hai detto benissimo: "Quando la finiremo di redigere monumenti a codesti individui, con buona pace di Lo Cascio"?
Mi sa che lui un'po ci marcia infondo e' Siciliano ed in parte mitizzando il fenomeno "mafia" come attore si arricchisce (economicamente) e non poco.
E chiamalo fesso!!!

Giobond  18/03/2008 22:14:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hanno rotto e strarotto con sta mafia: pero' visto il flop totale di critica e di pubblico di questo film, spero che si mettera' la parola "fine" ai mafia-movie, e sarebbe ora.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  19/03/2008 22:53:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qualche critico l'ha pure molto apprezzato... mah