Dom Cobb 8 / 10 30/06/2015 21:17:33 » Rispondi L'archeologo avventuriero Indiana Jones, a tempo perso professore in una non specificata università americana, viene incaricato dai servizi segreti di recuperare la famigerata Arca dell'Alleanza, contenitore dei Dieci Comandamenti, ricercata dai Nazisti e sul punto di essere trovata. Per impadronirsi del reperto e strapparlo ai suoi nemici, Indy, accompagnato dall'ex-fiamma Marion, dovrà passarne di tutti i colori... Alla fine degli anni settanta, George Lucas aveva rivoluzionato l'intero concetto di cinema con la sua saga di Guerre Stellari; ora, a fargli seguito e a completare tale opera, pur sempre con la sua collaborazione, ci pensa l'amico Steven Spielberg, con le peripezie di quello che è diventato uno dei personaggi più iconici del cinema d'azione e di avventura. Non che Spielberg avesse intenzione di creare un capolavoro, anzi: proprio come per Lucas a suo tempo, non voleva fare niente di più che intrattenere il pubblico con un lungometraggio che avesse gli ingredienti giusti per funzionare, allo stesso tempo cercando una specie di consolazione dopo le travagliate produzioni di 1941 e Lo Squalo. Il risultato creato da questo dinamico duo (Spielberg regista e Lucas produttore e ideatore della storia insieme a Philip Kaufman), come già hanno detto tutti prima di me, regge maledettamente bene ancora oggi; anzi, forse meglio di molti altri prodotti odierni. Partendo dal lato tecnico, si fanno notare delle notevoli scenografie e una perizia nell'uso della macchina da presa che è da sempre un punto di forza del grande cineasta; tale sforzo si manifesta soprattutto nella realizzazione di rocambolesche scene d'azione
Su tutte l'inseguimento del camion, con annesso trascinamento aggrappato alla frusta, per non parlare della fuga iniziale dal tempio dell'idolo d'oro.
che, di fatto, rappresentano alcuni dei momenti migliori del film. Momenti che sono anche supportati da un buon uso di effetti speciali, anche se questi ultimi hanno l'occasione di mostrare il loro vero potenziale in un finale da vero e proprio film horror, inaspettato e ancora oggi spaventoso a vedersi. Il tutto è contornato da una colonna sonora che ha fatto la storia. Nel cast giganteggia uno strepitoso Harrison Ford, perfetto per il ruolo del protagonista, anche se devo dire che il resto del cast non arriva ai suoi livelli, pur supportandolo con buone prestazioni. Ma l'elemento che fa la differenza è la sceneggiatura, firmata da un Lawrence Kasdan che, in seguito, misteriosamente sembra aver perso tutto il suo talento, come dimostra la sua non proprio esaltante filmografia:
è ammirevole il modo in cui essa riesce a prendere quello che è, a conti fatti, un omaggio ai serial degli anni trenta, quaranta e cinquanta e, grazie a un'impeccabile calibratura di commedia e tensione e dialoghi a tratti davvero arguti, dargli una dignità e un peso che lo elevano a tutto un altro livello. Inoltre, è anche vincente la scelta di presentare il protagonista come una persona non infallibile, vulnerabile, costantemente sotto scacco da parte degli avversari più spietati, che siano nazisti inca**ati o un'armata di infidi aspidi.
"Serpenti... proprio i serpenti dovevo trovarci!" "Aspidi. Sono molto velenosi... va' avanti tu."
Detto questo, però, devo anche ammettere che questo capostipite, per quanto mi piaccia e mi renda conto della sua importanza, non è il mio preferito della trilogia: il film è dotato di un buon ritmo che lo fa viaggiare spedito, ciononostante soffre di una parte centrale un po' statica e priva di energia in cui si rallenta un po' troppo, una cosa che si ripete anche nel prefinale. Inoltre, anche se ben costruita, la sceneggiatura mostra in parte il suo essere concepita negli anni ottanta, con un paio di dialoghi qui e là un tantino forzati e semplicistici,
I vari mini-monologhi sulla pericolosità dell'Arca.
e una storia d'amore tutt'altro che interessante. C'è anche da dire che l'espediente finale per sconfiggere i cattivi di turno, che dà luogo al finale da horror di cui sopra, non solo sa molto di deus ex machina (letteralmente), ma genera anche alcuni buchi nella storia e forzature che, francamente, mi disturbano.
Come, Jones sarebbe riuscito a rimanere aggrappato fuori dal sottomarino IMMERSO SOTT'ACQUA per tutto il tragitto fino all'isola? Inoltre, come fanno lui e Marion, una volta morti Belloq e gli altri, a tornare in America? La base sull'isola è ancora in mano ai Nazisti, qualcuno di loro sarà pur rimasto a far la guardia.
In ogni caso, tutto questo non danneggia granché la qualità generale del film, e bisogna comunque riconoscere l'importanza che esso ha avuto per l'industria cinematografica in generale. Pur con i suoi piccoli difetti, promosso a pieni voti.
"Lei sta per diventare un elemento permanente di questo sito. Chissà, magari fra mille anni anche lei potrà valere qualcosa." "Ahaha... figlio di pu***na..."
Dick 03/09/2016 15:36:22 » Rispondi Secondo me, alla fine i nazisti erano stati fatti tutti fuori.
Dick 03/09/2016 15:36:44 » Rispondi E stavano tutti alla cerimonia.