quadruplo 8½ / 10 02/10/2007 10:29:34 » Rispondi Eccolo il mio episodio preferito. Ora il centro della storia è Milo, ma lo spietato boss serbo non sembra affatto quello incontrato nei primi due capitoli: si scopre che ha una figlia a cui tiene tantissimo e che vuole vedere felice a tutti i costi nel giorno del suo venticinquesimo compleanno.
E quale regalo migliore se non un viaggio di un mese a Bogotà?Ci sarebbe materiale per un quarto capitolo
E il film racconta, nell'arco di 24 ore, proprio la giornata del gangster: dai preparativi per la festa della figlia al proseguimento degli affari privati che ovviamente avranno qualche intoppo.
Refn cerca in tutti i modi (e direi proprio che ci sia riuscito) di provocare simpatia e compassione per Milo, attraverso l'amore per la figlia , il suo tentativo di stare lontano dalle droghe (nel senso di non assumerle, regola d'oro per ogni spacciatore che si rispetti..) e i suoi simpatici fallimenti culinari.
Ma Milo è sempre un boss orgoglioso che vuole comandare il gioco e non sopporta stare alle dipendenze degli altri soprattutto se sono di etnie diverse.
Fantastica la battuta di Radovan che dimostra tutto l'amore dei serbi per gli albanesi quando arriva nel pub di Milo per aiutarlo e gli chiede: -"ma questo da dove viene?" -"E' polacco" -"E quest'altro?" -"E' albanese" -"Ah, questo va bene"
Gli ultimi venti minuti ci riportano il Milo che avevamo conosciuto e ci mostra il lato più violento di Refn, per poi terminare il film con una memorabile immagine finale.
A mio parere questo terzo capitolo è il più riuscito: il regista danese riesce a bilanciare tutti gli elementi che avevano caratterizzato i primi due. Gran merito è anche della straordinaria interpretazione del protagonista Zlatco Buric che interpreta magistralmente un boss dalla forte e complessa personalità.
Alla fine, senza fare scomodi paragoni, la trilogia di Pusher può tranquillamente competere (e in molti casi vincere) con altre saghe ben più famose e acclamate.