Alpagueur 5 / 10 27/11/2020 13:40:12 » Rispondi Sul set del sequel-nel-sequel basato sugli omicidi delle precedenti edizioni di "Scream", qualcuno sta glassando il cast nell'ordine in cui muoiono nella sceneggiatura; quante possibilità ci sono che i sopravvissuti di quei film precedenti si presentino e cerchino di capire chi è l'assassino? L'ispirazione sta scarseggiando a questo punto (Craven non aveva già fatto una premessa simile con Freddy Krueger in "Nightmare - Nuovo incubo" sei anni prima?), e i realizzatori sembrano consapevoli di questo sporgendosi ulteriormente nel lato ironico, spiritoso e metaumoristico delle cose, il che è un bene dato che le scene di stalking/accoltellamento sono tiepide e ripetitive, e il mistero è un lavaggio completo (in realtà, chiunque avrebbe potuto essere rivelato come il colpevole e avrebbe avuto altrettanto senso con alcune revisioni al motivo illogico). Come nei precedenti film di "Scream", viene stabilito un elenco di "regole", questa volta per quanto riguarda il capitolo finale di una trilogia (peccato che nessuna di esse finisca per essere applicata a questo film)! La Posey è uno spasso nei panni dell'attrice che interpreta il personaggio giornalista della Cox-Arquette; sfortunatamente, è l'unica che si distingue davvero nel cast, ma almeno i sostenitori della scienza medica possono provare soddisfazione nel vedere McCarthy farsi infilzare. I cameo includono Jamie Kennedy, Roger Corman e alcune divertenti sorprese. Questo franchise stanco avrà il suo epilogo nel 2011 con "Scream 4", diretto sempre da Wes Craven.
Da Woodsboro ci siamo spostati ad Hollywood (LA), ma sempre in California. Cotton Weary (Liev Schreiber) dopo gli eventi del secondo episodio della saga è diventato famoso e si trova a Los Angeles per presiedere il suo programma televisivo. Ghostface lo chiama al cellulare chiedendogli di dirgli dove si nascondeva andato Sidney Prescott (Neve Campbell). Cotton rifiuta e così il killer uccide prima la sua ragazza e poi lui, intervenuto a soccorrerla. Sidney vive in isolamento col padre a Monterey, poco più a sud di San Francisco, conducendo alla radio una trasmissione di supporto psicologico per le donne della California in difficoltà sociale. Il detective Mark Kincaid (Patrick Dempsey) sta indagando sull'omicidio di Cotton. Ghostface ha lasciato una foto della madre di Sidney (all'epoca ventenne) sulla scena del crimine. Gale Weathers (Courteney Cox) va a Hollywood dove si sta realizzando 'Squartati 3' con Linus Riley (David Arquette) che lavora come consulente tecnico negli studi della "Sunrise" (produttrice del film). Roman Bridger (Scott Foley) è il regista. Ghostface inizia a uccidere le persone legate al film, costringendo così Sidney ad uscire allo scoperto. Questo franchise è stanco e ha perso la freschezza della scrittura autoreferenziale. La grande aggiunta è un effetto doppleganger del cast di Stab e dei personaggi reali. Kevin Williamson non è più coinvolto nella scrittura. Le battute sono poco convinte. La gente di Hollywood fa molti commenti sul baseball interno. Hanno persino fatto un cameo a Jay e Silent Bob. E Randy Meeks torna dalla morte per descrivere le regole sulle trilogie che si riducono a nessuna regola (assassino quasi indistruttibile e inquietanti elementi del passato che riemergono prepotentemente e sorprendentemente). Almeno Wes Craven è tornato sulla sedia del regista. Si è trasformato in un gioco di indizi. Non mi è piaciuta particolarmente la spiegazione contorta della madre di Sidney, violentata dal produttore della saga di Stab (Squartati) John MIlton durante un festino tipico anni '70 a base di sesso, droga & proiezioni private di filmini. Le uccisioni non sono eccitanti o convincenti. Il nuovo popolo di Hollywood potrebbe anche essere carne da macello. Sarebbe stato più poetico avere Cotton Weary come assassino o comunque non farlo morire così a bruciapelo, in fondo era il personaggio più interessante della saga. La sua uccisione è probabilmente il punto più alto del film. L'assassino si scoprirà essere il giovane regista stesso del sequel-nel-sequel, Roman, fratellastro di Sid in quanto figlio mai riconosciuto di Maureen Prescott e John MIlton, assetato di vendetta nei confronti di Sid perchè la ragazza gli aveva strappato tutto. E si scoprirà addirittura che nel primo film aveva aizzato Billy Loomis e quell'idiota complice di Stuart Macher contro la stessa Sidney con filmati che ritraevano il padre di Billy in compagnia della madre di Sid fuori dagli studios della Sunrise. Alla fine c'è anche una commovente stretta di mano tra Sid e Roman prima di morire che mi ha ricordato molto quella fra De Niro e Pacino in "Heat (La sfida)". Una storia che alla fine si trascina stancamente e diventa ridicola nel tentativo addirittura di condizionare gli avvenimenti del primo. Ho letto da qualche parte che l'uccisione di Sarah Darling negli studi cinematografici rimanda un po' a quella della sensitiva di "Profondo rosso" nella sua abitazione, in realtà l'unica cosa in comune è la spinta contro una vetrata e il successivo pugnalamento alla schiena della malcapitata, ma l'arma è diversa, qui un grosso coltello nel film di Argento un'ascia, qui una porta interna nel film di Argento una finestra esterna. Come souvenir abbiamo anche un simpatico simulatore vocale usato dal killer mascherato per confondere le vittime e metterle una contro l'altra, per poter agire più facilmente nella diffidenza generale.