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UN BACIO ROMANTICO regia di Wong Kar-wai

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jack_torrence     7½ / 10  10/03/2011 02:13:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'estetica del ralenti. La cifra stilistica più intima del cinema di Wong Kar-Wai.
Il regista fa un uso quasi estenuato di alcune sue "forme" divenute tipiche. La ricercatezza e raffinatezza di inquadrature e movimenti di macchina sempre estremamente originali, discreti ed eleganti. I colori accesi e i forti contrasti cromatici di una fotografia che più incantevole non si può. La colonna sonora suadente, ipnotica, magmatica. Il ralenti, che reitera i gesti e sospende i momenti. Un lirismo visivo e uditivo che rischia di apparire fine a se stesso. Wong Kar-Wai è solo un esteta? Non mi pare. Non mi pare rimasto prigioniero della propria estetica, vittima della coazione a ripetere il suo personalissimo concetto di "bello".
"My blueberry nights" (tradotto con l'ignobile titolo "Un bacio romantico") è un viaggio dentro l'anima malinconica della solitaria Elizabeth (una esordiente Norah Jones capace di restituire con l'impaccio della sua non professionalità di attrice l'impaccio di un momento esistenziale di una donna).
Un road movie di un anno attraverso le distanze dell'America e nella sospensione di un'esistenza interrotta insieme a un amore finito: una sospensione prima di un nuovo inizio. Il ralenti è usato con tale insistenza, da divenire espressione dello stato di sospensione emozionale di questa ragazza dall'animo bluesy.

Il blues, la malinconia. To be blue, esser malinconici. Il blues, la musica di Norah Jones, autrice anche di brani della colonna sonora, insieme a Cat Power, altra blues-singer. La colonna sonora è firmata anche da un altro bluesman, Ry Cooder. Non posso fare a meno di pensare che il mirtillo sia stato scelto, per la torta e per il titolo, per via del suo nome inglese che contiene il blue. "My blue(berry) nights"…

Questa estetica del ralenti veicola una poetica incentrata sulle distanze fra le solitudini individuali e sulla possibilità di colmarle, queste distanze. Sono personaggi solitari vittime di separazioni, distanti dai propri affetti, i personaggi con cui Elizabeth si confronterà lungo le tappe del suo viaggio: un viaggio scandito da un indicatore dei giorni e dei chilometri che la dividono da New York e da Jeremy, quel barista interpretato da Jude Law, che è rimasto lì ad attenderla. L'inesprimibilità della solitudine interiore, ma insieme la possibilità per le anime di trovare un soffio - inesprimibile - di contatto e comprensione: questo è al centro della poetica di Wong Kar-Wai, questo è il "suo" tema.
"My blueberry nights" ne approfondisce l'aspetto della sospensione, soffermandosi su quel momento in cui un'esistenza si pone in stand by, attende di ricominciare, in una parentesi fra una fine e un nuovo inizio. E lì, in quella parentesi, scopre nuove prospettive sulla vita, sulle solitudini degli altri. E si pone in ascolto di esse. E tramite questo viaggio fra le distanze e le separazioni, trova la forza emozionale di ricominciare a vivere, a credere e a sperare nell'amore. Nella possibilità che due solitudini possano fondersi, come il gelato, sciogliendosi, si fonde alla marmellata di mirtilli, nel finale in cui Elizabeth bacia Jeremy. Forse è solo un altro sogno, ma è un nuovo sogno: e a differenza del vagare malinconici, regala un nuovo entusiasmo, e con esso forse un senso, alla vita.
atticus  10/03/2011 14:21:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Stefano, che bello aver commentato questo splendido film a distanza di poco più di un ora! L'ho amato e condivido ogni parola di quello che hai scritto! ;)
jack_torrence  10/03/2011 17:20:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
:-)
la verità è che ho letto il tuo commento - che mi è piaciuto molto, come sono stato contento che a te sia piaciuto il film (io li leggo sempre i tuoi commenti, e mi devi perdonare e scusare che non te li commento come invece tu spesso fai coi miei!!!) - e mi sono ricordato che quando il film uscì al cinema lo recensii su un altro sito, non di cinema: di conseguenza, non avendolo ancora fatto, ho preso quella "recensione", l'ho rapidamente asciugata e postata qui come commento!! ;)
atticus  10/03/2011 17:38:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma di che ti scusi... ;))) Quell'articolo l'avevo già letto, proprio da lì ho potuto notare l'importanza di quest'estetica del ralenti che ho trovato fantastica, una vera e propria forma di poesia visuale mai fine a se stessa. Mi è capitato ultimamente di vedere (ammetto, non per intero, non ho potuto farcela...) "Man on fire", un orribile filmaccio di Tony Scott in cui il ralenti, oltre a risultare totalmente monotono, viene del tutto svilito e privato di senso... Voglio approfondire il cinema di WKW, mi è piaciuto tantissimo In the mood for love...
A presto Stefano! :)
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  10/03/2011 18:11:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ed io sottoscrivo in pieno tutto quello che avete detto, contribuendo a fare giustizia a questo piccolo gioiellino, che forse giustamente è scivolato via in silenzio, quasi sussurrato, come i sentimenti che esprime.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  10/03/2011 09:25:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo, siamo diventati in 5 ad aver apprezzato questo film...Lo vidi in anteprima, e ricordo che mentre molti bofonchiavano, io ero a bocca e cuore aperti.
jack_torrence  10/03/2011 17:22:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Evvai! In una botta sola ci siamo aggiunti in 2, io e Atticus :D
No no, poche storie: non è un capolavoro come "in the mood for love" ma WKWai è un artista con i fiocchi, e le sue immagini in movimento sono dannatamente belle. E non solo estetizzanti, questo soprattutto.