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ELIZABETH - THE GOLDEN AGE regia di Shekhar Kapur

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vinsura     8 / 10  03/11/2007 02:35:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film è il secondo episodio di una trilogia ma in questo caso non si avverte la solita caduta di qualità rispetto al precedente. L'interpretazione degli attori è sempre magnifica come lo sono le scene ed i costumi. La regia non perde una battuta e la fotografia vale da sola la pellicola, tanto che si potrebbe godere il film pure ad audio spento, senza mai annoiarsi, perché ciascun fotogramma è prezioso come un quadro fiammingo. Ricordare la scena della decapitazione di Maria o quella della battaglia navale rischia di non rendere giustizia a tutte le altre.

Tutto al massimo, allora? Un punto dolente (molto) in realtà c'è ed è pure macroscopico: si tratta della sceneggiatura. Come già il primo, questo secondo episodio è sfacciatamente fazioso: tutti i Cattolici sembrano diavoli e, per contro, tutti i Protestanti sembrano angeli e questo, semplicemente, non è verosimile. Nessuno scrupolo impedisce di sottacere o addirittura di falsificare i fatti, pur di avvalorare quest'impressione e non è questa la migliore credenziale per un film che vorrebbe essere "storico".

Così viene rappresentato come sacrosanto il processo contro Maria Stuart, nonostante le prove presentate in tribunale contro di lei siano state ritenute dubbie sin dall'epoca dei fatti e dubbio è pure il ruolo che la stessa Elisabetta ebbe nella vicenda; la tempesta, che inflisse gravi danni all'Armada, infuriò prima ancora della battaglia, sicché gli Inglesi ebbero la buona ventura di affrontare un nemico, che era già stato indebolito dal fortunale, la giusta sequenza degli avvenimenti viene però stravolta nel film, pur di dar lustro al valore inglese; il re di Spagna Filippo II appare come un pazzo delirante, nemmeno fosse Hitler in persona; infine è ridicola l'insistenza sulla verginità di Elisabetta, quando Sir Francis Drake fu notoriamente il suo amante carnale.

Il regista difende una sceneggiatura così miserevole, sostenendo che alla fine del XVI sec. un'ondata di furia fondamentalista si stava abbattendo dai paesi cattolici contro quelli riformati e che proprio nella condanna di "ogni" fondamentalismo sta l'attualità del racconto di questa vicenda. Ma se questo vuole esserne lo spirito, siamo sicuri che il film renda un buon servizio alla causa che vorrebbe sostenere? Può una valida ed efficace condanna di "ogni" fondamentalismo consistere in una menzogna propagandistica o dovrebbe semmai trovare forza e valore proprio nell'amore per la verità? La verità, che in questo caso è la grande assente. L'esaltazione ideologica ed acritica di un personaggio e di una vicenda, come la sceneggiatura del film appare, non è essa stessa il germe di un altro ed opposto fondamentalismo?

Comunque, se nonostante una sceneggiatura così confusa, si lascia la sala con gli occhi sazi di bellezza, questo vuol dire che la costruzione cinematografica è così straordinaria da far perdonare la pochezza dei contenuti.