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I RUGGENTI ANNI VENTI regia di Raoul Walsh

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Beefheart     7½ / 10  02/06/2007 09:58:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon gangster-movie: un po vecchiotto ma abbastanza conforme al genere e ben girato da meritarsi una certa considerazione.
Un film anche piuttosto pretenzioso che intende tracciare il ritratto storico di un'America che, attraverso il tribolato decennio degli anni '20, vive uno dei periodi più controversi della sua storia. Il proibizionismo prima ed il crollo della borsa poi hanno indelebilmente segnato ed accomunato i destini di moltissimi americani, indipendentemente da origini, estrazione sociale, religione, curriculum o quant'altro. Col racconto che inizia immediatamente dopo la prima guerra mondiale, lo spettatore accompagna il protagonista lungo una parabola di vita che, partendo dalle trincee in terra di Francia nel 1918, dalle quali è reduce, arriva sino agli anni '30, negli USA. Circa dieci anni durante i quali, passando per difficoltà economiche, traffici illegali di alcoolici, distillerie clandestine, regolamenti di conti, successi ed amori transitori, soddisfazioni, delusioni, ubriacature e quant'altro, diviene finalmente un "pezzo grosso", sino al definitivo tramonto di un'epoca che si porterà via molti dei suoi protagonisti. La vita in quegli anni non è facile, la gente muore crivellata dai colpi di mitra sui marciapiede della città violenta e chi è più duro e senza scrupoli sbaraglia la concorrenza. Il più duro di tutti è, tanto per cambiare, il mitico James Cagney, che, più in forma che mai, nella parte di Eddie Bartlett, il personaggio principale, si ripropone ancora una volta, tutto d'un pezzo, col corpo perennemente proteso in avanti, ritto come un nerbo di bue, a spaccare mascelle a suon di pugni a chi gli si para innanzi. Il gangster per eccellenza, d'altra parte, si sa: è lui. Al suo fianco, in quella che sembrerebbe essere l'ultima parte da comprimario della sua carriera un "promettente" Humphery Bogart, nella parte dell'individuo losco e crudele, pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Il soggetto del gangster che lotta con le unghie per difendere e/o conquistare il successo è quello che ha fatto ricco il cinema noir di quegli anni ed oltre. La trama in questo caso è avvincente e la sceneggiatura funzionante. Ottime fotografia, recitazione e caratterizzazione dei personaggi. Inevitabilmente datato dal punto di vista del taglio narrativo ma ugualmente efficace, merita tutt'ora di essere visto.