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IL PADRINO PARTE II regia di Francis Ford Coppola

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jack_torrence     8 / 10  25/01/2011 23:02:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Considerato dalla critica superiore al primo, essenzialmente credo per via del maggiore approfondimento psicologico del personaggio principale, per me non arriva a essere tale.
E' un discorso di sceneggiatura. Questa seconda parte ha una sceneggiatura ottima, ma non arriva a essere un congegno cinematografico superlativo come nel primo episodio.
E il motivo va rintracciato nel fatto che la principale delle due storie raccontate in questa seconda parte, la spirale discendente di Michael Corleone, è sceneggiatura originale, e non deriva da un lavoro di perfezionamento condotto su un materiale preesistente, come invece accaduto per il primo episodio.

Dirò anche che non mi entusiasma particolarmente il montaggio parallelo di due storie, l'accostamento alla vicenda di Michael (sicuramente più appassionante) di quella del padre Vito da giovane (non di rado macchiettistica).

Soprattutto, però, molti temi si susseguono nella vicenda di Michael (Roth, Cuba, la commissione d'inchiesta, Pentangeli; intrecciate alle vicende familiari), senza una coesione rigorosa.

La grandezza del film sta quasi tutta nella gigantesca caratterizzazione di Al Pacino, un demone che incute timore. La sua pacatezza fa spavento (sentire la voce in originale; quasi un sussurro), la sua flemma che nasconde un'inquietudine insoddisfatta, la sua gestualità intenzionalmente teatrale tanto più incisiva quanto appena accennata. Il suo sguardo che sembra scagliare di continuo una tremenda minaccia.
Tanto cresce il suo potere tanto più egli si ritrova solo con se stesso, e tanto più sembra crescere la sua sete di vendetta e fame di onnipotenza.

"Il padrino" è epico (e certi intravvedono una ambiguità in quell'epica, che ne incrinerebbe il reale valore morale), questa "parte II" (nella vicenda di Michael) è tragica.
Anche il ritmo, lento e quasi funereo, senza picchi di tensione; la cadenza sempre più estenuata del tema musicale di Rota; la fotografia sempre più plumbea, sostengono l'incombere di un destino ineluttabile. Com'è nella tragedia. Tuttavia questa vicenda è tragica per un solo motivo: tutto ciò, che sembra ineluttabile, non sarebbe ineluttabile se non lo volesse un uomo. Anzi un demone.