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IL PADRINO regia di Francis Ford Coppola

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jack_torrence     9 / 10  25/01/2011 22:44:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La trasposizione cinematografica di un bestseller commerciale forse più bella della storia di Hollywood.
"Il padrino" è la stella polare che ha consacrato un giovane e talentuoso Coppola, che ha rinnovato l'industria e la storia dei generi; segna l'avvento di una nuova generazione di attori e soprattutto di registi (Coppola, Scorsese, Lucas, Spielberg, De Palma, ...).
E' curioso che Coppola lo consideri un film su commissione, un'opportunità di carriera (quale in effetti è stata), ma non un "suo" film, un film d'autore. Ambizioso, Coppola: nella sua altalenante carriera successiva sfornerà film più personali, buoni e meno buoni, un capolavoro magistrale ("Apocalypse now"): ma resta innegabile che i due primi episodi della saga del "Padrino" rappresentano - specie questo primo - un esempio magistrale di trasposizione cinematografica.

L'incastro delle parti è perfetto: e la suspence che si crea di scena in scena è saldata magistralmente all'approfondimento dei caratteri e allo sviluppo del senso epico (e tragico) che trasuda dalla vicenda.
Il film si mantiene sempre su livelli altissimi, inanellando una dopo l'altra sequenze memorabili.
Prendiamo in mano il libro di Puzo: ci accorgiamo che alla letteratura di genere dell'epoca era ancora sconosciuto il meccanismo del "montaggio alternato" di ascendenza cinematografica, che presto sarebbe diventato un must anche in narrativa, consentendo di sveltire il ritmo della lettura con brevi paragrafi veloci.
E ci accorgiamo anche che, al momento di sceneggiare il film, Puzo stesso con Coppola hanno lavorato di fino come meglio non si sarebbe potuto, nello scegliere cosa isolare, come condensare il lavoro - e quindi potenziarne la forza - e soprattutto hanno adottato scelte di montaggio alternato ben dosate (per esempio nella parte che vede lo sviluppo parallelo delle vicende siciliane di Mike e di quelle newyorkesi del resto della famiglia), o che regalano alla pellicola un valore superiore (ejsenstianamente o griffithianamente): è il caso della sequenza del battesimo cadenzata da efferati omicidi.
Veramente un lavoro di sceneggiatura superlativo, sostenuto poi da coraggiose scelte di regia e da una recitazione straordinaria dei personaggi-chiave.

Il motivo dominante del film è l'ipocrisia: questo il senso della sequenza del battesimo (con quel "rinunci a Satana" cadenzato da omicidi), che trova le prime anticipazioni già in molte parti della sequenza iniziale, quel banchetto nuziale in cui il male è all'opera nell'ombra, mentre fuori, al sole, si festeggia apparentemente ignari.