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SICKO regia di Michael Moore

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oh dae-soo     8 / 10  01/10/2010 23:14:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Moore non mi sta affatto simpatico. Ovviamente è una sensazione a pelle o forse il tutto è dovuto al fatto che il grande successo in un tipo di format (documentario denuncia-inchiesta) lo abbia portato a riproporlo più volte in diverse salse, mettendomi il dubbio sulla genuinità del tutto.
Il fatto però è l'indubbia forza e capacità di Moore di raccontare il peggio del suo paese, gli Stati Uniti, in una maniera allo stesso tempo seria ed ironica, commovente e grottesca. Sicko poi ci racconta di un fatto meno di dominio pubblico rispetto al tema trattato ad esempio in Bowling a Columbine (il possesso e uso delle armi, comune in America), quello dell'incredibile modo in cui è organizzato il sistema sanitario statunitense, in mano totalmente alle compagnie di assicurazione. Semplice il concetto: se non paghi non verrai curato. Il sistema è allucinante. Qui non si parla soltanto dell'aberrante rifiuto al ricovero o alle cure per chi non è in grado di pagare ma anche di:
- Medici che hanno gratificazioni e carriere semplificate se rifiutano a più persone possibili le cure (perchè ovviamente una cura, anche qualora il paziente sia assicurato, costa bei soldini alle assicurazioni e se si può evitare...)
- Nel caso di accettazione di operazioni o cure di assicurati, ci sono ( o c'erano) persone addette a trovare malattie, anche banali, preesistenti per poter così rompere il contratto.
- Malati anche assicurati ai quali sono state rifiutate le cure in un dato ospedale perchè non di proprietà della compagnia del contratto.
- Pazienti letteralmente buttati per strada perchè inabili a pagare.

Moore usa la stessa identica struttura di Columbine: elencazioni dei mali - confronto con gli altri paesi del mondo - trovata finale.

Qui il confronto non si limita solo al Canada come per le armi ma si estende anche al Regno Unito e alla Francia dove ovviamente, come da noi del resto, chiunque ha il diritto ad esser curato o, alla rovescia, ogni medico ha il dovere di curare senza pensare a chi ha davanti o a quanti soldi può far perdere alla compagnia di assicurazione.

Moore rimane addirittura allibito quando scopre che ci sono addirittura medici ,complementari alle nostre guardie mediche, che non si limitano a curarti gratis all'ospedale, ma ti vengono addirittura a casa.
Il capolavoro di Sicko però è la trovata finale, accomunabile nel precedente documentario alla visita nella megacatena di market dove venivano venduti armi e proiettili. Il documentarista prende un gruppo di volontari dell' 11 Settembre che si sono ammalati a Ground Zero. Per prima cosa li porta a Guantanamo dove i criminali godono (giustamente a parer mio) di un eccellente servizio medico gratuito. Geniale la contrapposizione tra loro e gli americani di buona famiglia che non possono esser curati (se non pagando fior di quattrini).
Poi, vista l'impossibilità di essere accolti nel supercarcere, porta tutti i malati in un normale ospedale cubano. Qui si raggiungono i momenti emotivamente più alti, dovuti più che ad un'umana pietas, alla rabbia e al fortissimo senso di ingiustizia che si respira. Gli americani vengono tutti accolti e curati con sistemi di altissimo livello, il tutto, ovviamente, gratis. E Moore riesce qui nel suo colpo di teatro e nella massima umiliazione che poteva regalare al suo paese. A Cuba, patria del nemico diavolo comunista, un americano può ancora essere considerato un uomo e ricevere quello che dovrebbe essere alla base di un paese civilizzato, un aiuto, una cura, un abbraccio. Gesti semplici, dovuti, che non possono essere regolamentati da una banconota.