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SICKO regia di Michael Moore

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Pasionaria     6½ / 10  28/08/2007 09:50:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
M. Moore denuncia pesantemente, senza neppure troppa ironia, il sistema privato sanitario americano, di cui già si sapeva, ma non nei termini messi in risalto dal documentarista. Questo è senza alcun dubbio il suo merito, quello cioè di andare a pizzicare le corde di un sistema democratico di per sé malato, anzi DEL sistema democratico per eccellenza, quello che dovrebbe essere emulato dal mondo intero. Tuttavia, questa volta, Moore incappa in alcune cadute di stile nel volere forzare il coinvolgimento dello spettatore,esagerando con la facile retorica e con l’emotività volutamente indotta, scivolando spesso nel qualunquismo spicciolo. Così ad esempio se da un lato sottolinea oggettivamente ancora una volta come il retorico “God bless America” svanisca di fronte alla vergognosa irriconoscenza del governo nei confronti dei propri eroi ( siano essi reduci del Vietnam e dell’ Irak oppure pompieri volontari di Ground Zero),dall’altro subito dopo esagera, cadendo nel grottesco perché falsamente sarcastico,nella parte relativa a Guantanamo.
Così, un altro esempio, è un tantino forzato il confronto fra il sistema sanitario assicurativo americano e quello pubblico di altri Paesi( Canada, Gran Bretagna,Francia, Cuba). Capisco che per certa America è necessario un pugno nello stomaco per aprire finalmente gli occhi sul ricatto delle lobby assicurative e farmaceutiche statunitensi, e dimostrare che il servizio sanitario pubblico in Europa può funzionare bene senza per forza sottostare ad un regime socialista è una trovata azzeccata. Peccato che Moore abbia voluto oltrepassare il limite dell’informazione oggettiva, mostrando con troppa lieve ironia quadretti di vita parigina o londinese scelti ad hoc, eccessivamente sdolcinati quanto inverosimili.Le pecche del sistema sanitario pubblico, benché sicuramente migliore di quello privato, ci sono e tante, sarebbe stato corretto anche solo un richiamo.

Detto questo, il documentario-inchiesta di Moore è da vedere,se non altro perché ci informa su una realtà sociale solo superficialmente conosciuta, ma va visto con gli appositi filtri, poiché sembra che il regista sia diventato davvero bravo a manipolare storie ed immagini a vantaggio delle sue tesi.