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KODA, FRATELLO ORSO regia di Aaron Blaise, Robert Walker

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Dom Cobb     7½ / 10  13/11/2014 15:46:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ambientata in una tribù di nativi dell'America settentrionale, la storia narra di tre fratelli, il più giovane dei quali si imbarca in una caccia all'orso che ritiene abbia causato la morte del maggiore. Una volta compiuto l'atto di vendetta, tuttavia, il ragazzo viene trasformato a sua volta in un orso: l'unico modo per tornare normale è raggiungere la montagna degli spiriti, dove "la luce tocca la terra"...
Inizialmente ritenuto l'ultimo film in animazione tradizionale prodotto dalla Disney a causa degli insuccessi dei primi anni del nuovo millennio, questo lungometraggio potrebbe tranquillamente sedere ai primi posti nella classifica dei film più sottovalutati di sempre: i critici come il pubblico non sembrano nutrire una simpatia particolare nei suoi confronti, considerandolo un anello minore della sua catena di film.
Personalmente, non me la sento affatto di condividere questa opinione, dato che Brother Bear ha numerose frecce da scoccare, e quasi tutte fanno centro. A cominciare dallo stile visivo: si tratta del primo cartone a subire un cambiamento dell'aspect ratio, che si allarga non appena il protagonista viene trasformato in animale, insieme all'art direction, che resta comunque sublime. Che si adotti un approccio visivo più realistico e crudo o più colorato e leggero, sfondi e layout rimangono a livelli spettacolari, rendendo il film una gioia per gli occhi anche senza un pesante uso del computer.


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Inoltre fa piacere, dopo gli ultimi classici che si erano concentrati in modo così prepotente sul dispiego di mezzi e su un impianto futuristico, vedere la Disney tornare a un impianto narrativo più "senza tempo" che omaggia alcuni dei grandi successi del passato, da Il re leone a Bambi, specie considerando che la storia qui raccontata è fondamentalmente una tragedia famigliare.
Proprio la storia risulta la carta vincente del film: essa è fortemente improntata sul dramma e su personaggi con caratterizzazioni solide, ma anche su un'atmosfera suggestivamente mistica. Il modo in cui la cultura della tribù, rispettosa della natura in cui si vive, e la magia del mondo degli spiriti si intrecciano e come tutto ciò riconduca alla morale che il film tenta di comunicare è uno degli aspetti più riusciti.
Ma anche i personaggi giocano un ruolo non indifferente: non è un caso che tutta la trama si basi sul forte legame che unisce i tre fratelli, ciascuno tra l'altro costruito benissimo. Non è difficile simpatizzare con i protagonisti persino nei momenti in cui il loro comportamento è maggiormente discutibile, e ciò è testimone di una narrazione eccelsa.


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Purtroppo, è nei tentativi di rendere il film più digeribile per un pubblico di bambini che il meccanismo rischia più volte di incepparsi: la presenza di una coppia di spalle comiche che infastidiscono più che divertire o la scelta di usare la commedia in scene che non la richiedono minano alla base la solidità del prodotto.


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Tuttavia, fortunatamente si tratta solo di pochi momenti e i registi prendono la saggia decisione di tornare costantemente su binari più seriosi, senza per questo rinunciare a un finale grondante buoni sentimenti in puro stile Disney.
Dunque, al netto di qualche scena comica fuori posto e qualche scelta discutibile, nonché di musiche e canzoni un po' sottotono anche se non brutte, Brother Bear è un prodotto solido, garante di emozioni genuine e sincere. Ha i suoi difetti, e mentirei se negassi che hanno in parte rovinato il risultato finale, ma le occasionali cadute di stile lo rendono tutt'altro che un'occasione sprecata.