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BEEFCAKE regia di Thom Fitzgerald

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6½ / 10  22/05/2007 00:07:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh immaginate un pink movie (si chiamano così no?) girato come se dietro la macchina da presa ci fosse John Waters, ed ecco il risultato: spiazzante, eccentrico, splendidamente di pessimo gusto.
Se qualcuno avanzava dei dubbi sul Larry Flyint di Forman (qualcosa accumuna i film, magari lo script) non ha mai visto "Beefcake".
Altri riferimenti? Gus Van Sant ("il mio idaho privato") e il tiepido "Tucker" di Coppola. Variazioni Warholiane comprese (c'è persino Joe Dallessandro in persona). E ancora Chorus Line e Playgirl, tanto per restare in tema (gay).
Un film che gioca su un'esuberante stilismo glamour-pop, sull'effetto-nostalgia e che purtroppo è troppo freddo e retorico per restare nella storia.

Però è un film ugualmente spassoso, se lo si prende per quello che è: un vademecum di star e starlettes, da Kenneth Anger a Steve Reeves, da Ramon Novarro e la sua orribile morte al senatore McCarthy (uh guarda) da Marilyn all'icona-parodia di Jane Maysfield.
Un plastico estetizzante di aitanti giovanotti nudi in piscina, fa tanto Esther Williams, e il trionfo del corpo come emblema per un film che attraversa due diversi Camp(i) cercando di persuaderci dell'assoluta castità dei corpi: poi si dileggia in malo modo sul materiale edito.

E ppure è azzeccata è la sua ambiguità (beh) di fondo, la promiscuità comunitaria dell'universo maschile, atta a raffigurare forse l'utopia di un mondo senza codici o etichette: forse che davvero il protagonista inseguiva inconsciamente a un'utopia o aspirava - come un furbo calcolatore - a mettere in auge il meccanismo del tanto decantato sogno americano?
Non per nulla la sequenza della madre improvvisamente liberista davanti ai tanti soldi che potrebbe vedere il figlio la dice lunga, no?

Indeciso tra il discernimento attrattivo dei modelli e la professionalità del suo lavoro Bob Mizer resta un fenomeno controverso.

Quanto a "Beefcake", buona occasione mancata, bisogna ammettere che il film è comunque gustoso e irriverente