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VALENTIN regia di Alejandro Agresti

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JOKER1926     7 / 10  12/05/2013 01:52:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ci sono film che incarnano a priori l'icona del dramma e della passione, "Valentin", a conti fatti, si iscrive a questo circolo.
Partorito da una regia argentina, Alejandro Agresti, "Valentin" è anzitutto una riflessione (con la voce innocente di un bambino) del mondo fanciullesco. Mondo ostruito dai problemi e dagli stili, probabilmente sbagliati, dei grandi.
Quindi fari puntati su un bambino "sfortunato", Valentin infatti vive solo con una nonna , questa ultima in stato di default per la morte del marito. Il padre del ragazzino ha una vita "indeterminata" di affari e di donne. Ma la figura più importante per Valentin, quella della mamma latita in modo melodrammatico, quasi strambo.
Da questo preambolo esistenziale che marchia le dinamiche della vita di Valentin traspare però tutta la forzatura scenica che Agresti crea. Con determinati plot il lato passionale emerge ben presto ma la drammaticità e i sentimenti si bagnano in acque pesanti ed inquinate. Alcune cose, specie verso la fine, sono racchiuse in roccaforti concettuali troppo beffarde, il Cinema d'altronde, ha bisogno di enfasi.
Con una durata del tutto adeguata , il prodotto risulta essere intenso e mai dispersivo. Quasi tutte le vicende attraggono lo spettatore; i personaggi in scena sono empatici. Rodrigo Noya è il pilastro incontrastato in una interpretazione , nella fattispecie, perfetta ed asciutta.
Entra in scena, nelle vesti dell'impaziente padre del bambino, lo stesso Alejandro Agresti.

"Valentin" sfodera, a più riprese, tutta la sua armonia, dalle atmosfere agli scenari, alcune delle armi vincenti. Poggiando sulle sofferenze e le passioni di una storia forzatamente struggente riesce a far colpo su gran parte degli spettatori. Critici compresi.