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DE GASPERI - L'UOMO DELLA SPERANZA regia di Liliana Cavani

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Niko.g     5 / 10  11/10/2015 13:40:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sulla figura di Alcide De Gasperi occorre soffermarsi un po'.
Prendo spunto da un dibattito al quale mi capitò di assistere passando davanti alla discoteca Diabolika di Roma, dove i giovani che sostano davanti all'entrata del locale sono soliti confrontarsi sui grandi statisti del passato.
In quella circostanza si discuteva della politica economica ispirata dal Codice di Camaldoli in relazione ai flussi e ai reflussi del centrismo storico. Una ragazza con uno zainetto a forma di bara e un teschio tatuato sulla fronte, rimarcava la debolezza strutturale del governo Tambroni. A quel punto, un giovane con la cresta viola e un chiodo ficcato in bocca che gli usciva dall'orecchio sinistro, faceva notare che la Democrazia Cristiana paga il luogo comune che la vorrebbe rappresentare come il partito dei corrotti e degli ipocriti, perché la maggior parte delle persone non conosce le sue origini e i valori cardine ai quali si era ispirato il suo leader De Gasperi.
In effetti, ad animare Claudia Mori nel produrre questa miniserie, è stata proprio l'intenzione di togliere la polvere dai ricordi di uno dei più grandi statisti che la storia italiana abbia conosciuto e che, proprio per questo motivo, il programma di storia dei nostri licei si guarda bene dall'affrontare.

Alle meritevoli intenzioni della Mori e della Cavani non sono seguiti, tuttavia, i risultati che ci si attendeva. La trama si sviluppa attraverso un viaggio a ritroso nella vita umana e politica del protagonista, ma il voler ripercorrere le varie fasi di questa lunga e difficoltosa avventura, appare fin da subito un'impresa troppo ambiziosa e allo stesso tempo troppo complessa (il voto ne tiene conto).
Attraverso il racconto che il protagonista fa al suo nipotino Giorgio, la narrazione segue tempi troppo veloci e tratta con superficialità alcuni dei momenti più drammatici della storia d'Italia.
Fabrizio Gifuni è un bravo attore e nessuno lo discute, ma se è vero che fisicamente lo ricorda, il leader democristiano non sembra essere nelle sue corde. De Gasperi aveva una brillantezza e una verve dialettica che qui non emergono, anche a causa di una sceneggiatura che invece di mettere al centro l'uomo politico e la sua azione, preferisce ruotargli attorno con toccata e fuga veloce.
Un'occasione sprecata per mostrare la profondità di pensiero dell'uomo e la sua oratoria di spessore, che confrontata con i politici twittatori che ci ritroviamo oggi, avrebbe scosso parecchie coscienze.
Molto brava Sonia Bergamasco, moglie di Gifuni nella vita e di De Gasperi nel film: dolce, materna, servizievole, premurosa, fedele compagna di un uomo straordinario dall'inossidabile tensione morale che, per dirla con la stessa Cavani, ci ha fatto capire come la politica possa essere un sogno realizzabile, vera arte umana, qualcosa che ci riguarda tutti.