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BIG FISH - LE STORIE DI UNA VITA INCREDIBILE regia di Tim Burton

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jack_torrence     9 / 10  10/03/2010 13:37:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film della maturità di Tim Burton.
Può stare alla pari con Edward mani di forbice, film fresco e genuino quanto questo Big Fish, senza essere privo di levità, freschezza e genuinità, è anche profondo e commovente. Entrambi magici.
L’Edward Bloom di “Big Fish” è il classico personaggio burtoniano che vive in un mondo di sogni, tutto suo, che non riesce a trasmettere, comunicare, condividere con colui da cui più vorrebbe essere amato: suo figlio. E che vorrebbe rendere felice. Edward Bloom è dunque un alter ego di altri due Edward: mani di forbice ed Ed Wood, e di Jack Skellington, il malinconico protagonista di “Nightmare before Christmas”. Infine, è un alter ego di Tim Burton stesso.
Suo figlio è l'incarnazione di quell'incapacità di sognare che contraddistingue la società "adulta", affogata nelle convenzioni, e che ha perso la magia dell'infanzia.

Per apprezzare il film basta la giusta predisposizione d'animo: tutto viene detto in modo talmente chiaro, semplice, ma non per questo meno forte.
E' una favola, dolcissima, che alla fine emoziona e commuove, senza MAI scadere nella retorica, senza mai eccedere né tantomeno scadere nel buonismo.
La riconciliazione tra padre e figlio, c'è, ma appena accennata. E avviene nel momento in cui il padre chiude gli occhi, mentre il figlio, commuovendo anche noi, si libera finalmente del suo blocco, e assume su di sé - raccontando per la prima volta una favola lui al padre, che gli ha chiesto di rendere fiabesca la sua fine.

Come sempre in Burton, la morte è annullata, e non è vista come una nera antitesi della vita. Non è lieta, certo, Malinconica, ma non tragica. E una composta cerimonia funebre, addolcita dalla lietezza di tanti personaggi che si riuniscono in onore di un amico straordinario, fa da contrappunto "reale" all'allegorica lieta fine in cui la fantasia (l'anima, lo spirito della vita) non può morire, non può cessare di restare viva e di nuotare libera.

Mai attaccare le scarpe "al chiodo"; ma quando si incontra l'amore il tempo si ferma. Nel film, il dilemma tra inseguire all'infinito i propri sogni (perdendosi però nella vanità), o illudersi di trovarli, stringerli in pugno e realizzarli (per poi invece accorgersi di aver affogato nella "sicurezza" la propria indole libera) è magnificamente risolto: non viene mai indicata una soluzione o l'altra, ma viene idealmente dichiarato possibile coniugare la libertà personale a una felice e genuina fedeltà coniugale, per tutta la vita.
E' una favola, ovviamente: ma è una favola bellissima.