caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

FRAGOLE E SANGUE regia di Stuart Hagman

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     7 / 10  11/04/2008 22:29:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vale la pena guardare ancora oggi questo film per rendersi conto di come pensava, cosa sperava, in che cosa credeva, una certa parte di gioventù americana (e non) a cavallo fra anni ’60 e ’70. Si tratta quindi di un film “datato”, adatto più che altro a conoscere il passato. Questo però per i 4/5 del film, perché il finale fa fare un balzo alla qualità del film e fa sì che alla fine si rimanga molto colpiti e impressionati. Tra l’altro non si può fare a meno di rivedersi passare davanti immagini viste anche molto di recente, come ad esempio alla scuola Diaz di Genova nel 2001. Grazie al finale “a sorpresa”, Fragole e Sangue riesce perciò a diventare il simbolo del tentativo dei giovani di “cambiare il mondo” o almeno di pensare di poterlo fare. Anche se velleitario e utopico è un tentativo che dava e dà fastidio, vista la durezza con la quale in genere viene represso.
La storia narra delle vicende un po’ sconclusionate di un giovane studente amante del canotaggio, il quale si trova coinvolto nell’occupazione della propria università. Lì conosce diverse persone, tra cui una ragazza bella, dolce e intelligente di cui s’innamora. L’atmosfera infervorata dell’occupazione penetra nel suo animo e lo fa esaltare idealmente. L’avventura tutto sommato pacifica e idealistica finisce però nella violenza. E’ il duro scontro con la realtà che giunge improvviso e inaspettato, nelle forme di un duro attacco di polizia. Evidentemente anche se si tratta di una “moda”, le ribellioni e le parole d’ordine infiammate (sciopero gridato ai 4 venti) non possono venire tollerate né permesse, neanche se per diversivo o quasi per gioco.
Il regista cerca di penetrare nella psiche e nell’animo dei giovani contestatori, ma rimane comunque distaccato rispetto ad essi. Intanto li descrive un po’ come una curiosità, un fenomeno e usa una rappresentazione tutto sommato superficiale. Tipizza e idealizza un po’ troppo. Certe vicende sono poi un po’ forzate. Il tono sembra quello della commedia. Manca approfondimento sulle ragioni effettive e personali della scelta di ribellarsi. Il regista fa apparire il tutto quasi come una moda, un qualcosa che usava fare e forse non aveva tutti i torti. Allora comunque si credeva, si sperava, c’era ottimismo. Ecco allora che la maggior parte del film diventa una rappresentazione pittorica di questo nuovo mondo giovanile che rompe con gli schemi del passato. Il finale giunge quindi come una “mazzata”.
Anche il regista cerca di adeguarsi al “nuovo”. Intanto rompe diversi schemi stilistici. Il protagonista non è un “belloccio”, ma un ragazzo tutto sommato normale (antidivismo). La mdp è molto più sciolta e libera. Più che narrare o seguire la vicenda, ci fa “vedere” o traduce stati d’animo. Il montaggio poi è quasi svincolato dall’unità d’azione e segue la logica intimistica tipica della nouvelle vague (sono le emozioni e i sentimenti i motori narrativi). Come Harold e Maude sembrava un film inglese, questo sembra a tutti gli effetti stilistici un film francese.
Sono caratteristiche tutto sommato estranee alla tradizione americana e infatti non durarono a lungo. Ci penserà Coppola a rinverdire e a restaurare la grande tecnica hollywoodiana. Qualcosa però è rimasto. Per tutto il film risuonano grandissime e bellissime canzoni (hanno un ruolo importante quasi quanto i personaggi umani; a volte il film rappresenta la musica). Bene, i cineasti americani dimenticheranno le musiche paludate e drammatiche degli anni precendenti al ’70 e useranno come colonna sonora l’immenso e ricco patrimonio musicale popolare americano.