Ciumi 8 / 10 30/12/2009 18:43:55 » Rispondi La mutazione della carne diviene quella dello spirito; l’afflizioni corporee causano quelle della psiche; è un contaminarsi dell’une nell’altre, uno svilupparsi virale che diventa autogeno, in definitiva il cinema di Cronenberg, che in un certo senso possiamo definire mostruoso.
La mosca è il simbolo confacente. Un cancro, un piccolo insetto ma diffuso, apparentemente innocuo ma che causa contagio - esempio perfetto del rapporto conflittuale tra natura e scienza. Umanità e tecnologia, individuo e cosmo, corpo e genetica, uomo e donna, l’opera del regista canadese è innanzitutto un’indagine sulla crisi di tutti i rapporti nella società moderna, e una polemica sulle grandi fobie di un nuovo mondo radioattivo, mutante, cancerogeno, traversato dal terrore delle guerre chimiche e nucleari.
Eccezionale nel raccontare la metamorfosi, seppure trattasi di un remake, “La mosca” è dunque un film tutto cronenberghiano. Peccato solo che nel finale conceda un po’ troppo allo spettacolo.