amterme63 7 / 10 24/02/2014 17:56:00 » Rispondi I film di Rosi di fine anni 50-inizio anni '60 più che un valore artistico, posseggono un grande valore testimoniale. Ci mostrano che gli attuali mali della società italiana vengono da lontano. I primissimi film di Rosi usano ancora la forma generica della commedia o dell'avventura, magari ammantata di rosa. "I magliari" si svolge in Germania e racconta di un ingenuo e sfigato bell'operaio grossetano (Mario, poco realisticamente interpretato da Renato Salvatori) che cade nelle grinfie di una banda di malavitosi napoletani, tramite l'amicizia con un tipico truffatore-incantatore folcloristicamente romano (Totò, interpretato superbamente da Alberto Sordi). Diventa pure il mantenuto di una ricca borghese tedesca. Alla fine però trova la forza di vincere le ambiguità e di staccarsi da questo mondo falso e opportunista. Tra le pieghe delle scene avventurose o comiche, viene fuori quella che è la filosofia che ha rovinato gli italiani: la brama di ottenere subito ricchezza e sicurezza sociale anche a costo di rubare, ingannare e fregare, obbedendo ed ossequiando il potente mafioso di turno. L'etica da furbetti del quartierino e da banda camorrista era vista come quella più attraente e vincente già 70 anni fa. Mario è fin troppo ingenuo e credulone, troppo allocco per essere realistico. Rende però bene l'idea dell'Italiano medio "pollo" che si fa abbagliare dalle apparenze e dai successi altrui, dimenticando facilmente i propri valori morali. Questo film rende davvero un'immagine penosa degli Italiani all'estero e della cultura italiana generale. Mi sono vergognato e sentito a disagio per tutta la visione del film. Rosi risparmia prediche o moralismi di stampo vecchio americano. Il malaffare opera indisturbato, nella connivenza e nel silenzio generale. Esiste solo la ribellione della singola persona e la consapevolezza che essere onesti e puliti implica tanti sacrifici e rinuncie e implica una dolorosa forza di volontà. Nonostante sia datato nella forma, "I magliari" riesce ancora a illuminarci sulla triste zavorra etico-culturale che sta rovinando l'Italia.