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LA RAGAZZA CON L'ORECCHINO DI PERLA regia di Peter Webber

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gerardo     7 / 10  04/03/2004 15:51:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Considerando l’argomento trattato, il film di Webber riesce a mantenere un equilibrio gradevole e a non scivolare mai nei facili e banali clichés del sentimentalismo e dell’oleografia. Grazie anche al pudore della bravissima Scarlett Johansson, che dà luce a un personaggio schivo e timorato, ma estremamente intenso. Pudore che è, appunto, del personaggio/soggetto del dipinto omonimo di Veermer, quello di una serva. Da un punto di vista narrativo, il film non brilla particolarmente, ma questo - com’è detto, dato l’argomento - è comprensibile. Però risulta interessante (essendo il film incentrato sulle vicende legate ad un’unica opera di Veermer) per il rilievo dato ad una figura come la serva, che, dal basso della sua posizione sociale, diventa “musa” ispiratrice, o meglio, soggetto, del dipinto del maestro olandese, scalzando di fatto la “concorrenza” più quotata socialmente. Penso che questo film, comunque, abbia da offrire qualcosa in più soprattutto sotto l’aspetto puramente visivo. Non conosco il romanzo della Chevalier da cui è stato tratto, ma credo che il film (il cinema è un’arte molto prossima alla pittura) abbia il vantaggio, rispetto al libro, di proporre e giostrare una fotografia e una regia tali da ricreare i colori, le luci e le “inquadrature” pittoriche che un libro non potrebbe mai dare, a meno che non si lavori molto di fantasia (ecco perché immagino che questo film sia più interessante del romanzo d’origine).
vibat  05/03/2004 15:24:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
D'accordo su tutto quanto riguarda il lavoro intenso, raro e pregevole sulla fotografia e sulla regia, mi permetto di suggerire e di trasmettere a chi ha visto o vedrà il film, anche di leggere il libro che offre sfumature altrettanto eleganti e raffinate, naturalmente per chi ama la lettura dove la fantasia soggettiva può concedersi ambientazioni e situazioni dove la mano abile dell'autrice ci accompagna a vivere a contatto con Griet e Vermeer , regalandoci attimi particolari ed intensi sfuggiti alla camera da presa. E' stato bello leggere " prima" il libro, è sempre più piacevole leggere prima, poichè la nostra fantasia nel creare le ambientazioni, i personaggi, ecc. è altrimenti condizionata dai personaggi e dalle situazioni " create" nei film.
gerardo  05/03/2004 18:58:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, il mio non voleva essere un discorso generale: è ovvio che un libro va letto indipendentemente dalla eventuale visione di un film, trasposizione dello stesso romanzo/racconto. E possibilmente prima. Personalmente ho visto il film solo perchè interessato al discorso della trasposizione pittorica in immagini cinematografiche e in questo sono stato "soddisfatto". Non mi aspettavo granchè sul piano narrativo e il film non ha dimostrato il contrario. Tutt'al più, come dicevo nel mio commento, agli autori del film (non parlo del romanzo, perchè non lo conosco) va riconosciuto il merito di non aver cercato ruffianerie solite. Dal mio punto di vista, non credo che questo romanzo/film abbia poi altre attrattive. Ma questo non significa nulla, magari il romanzo è anche gradevole...