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BORINAGE regia di Joris Ivens, Henri Storck

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Marco Iafrate     8 / 10  01/04/2009 15:20:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Considerato uno tra i primi veri documentari sociali ad essere prodotto al di fuori dell’Unione Sovietica, il film si colloca all’origine dei grandi lavori del realismo poetico francese e del neorealismo italiano. Ivens e Storck scoperte le penose condizioni in cui lavoravano i minatori del Borinage, una regione del Belgio ricca di giacimenti di carbone, ebbero l’esigenza di raccontare tali condizioni documentandole in tutta la loro crudezza, usando la macchina da presa come mezzo di denuncia e di protesta tralasciando ogni ricerca stilistica. Tutto ha inizio con la crisi mondiale del 1929 quando i livelli di disoccupazione portarono a quelle manifestazioni di sciopero che subirono poi una violenta repressione; nello specifico, in questo magnifico documentario, è descritta la vita dei minatori del Borinage: il fallimento dei violenti scioperi a causa del tradimento dei vertici sindacali, le condizioni estreme da sopportare, la fame, le malattie, la totale mancanza delle più elementari norme di sicurezza e nonostante tutto la caparbietà, l’orgoglio e la solidarietà dei lavoratori.
Come da buon cinema d’avanguardia dove a prevalere fu l’impegno politico e sociale, il film non sfuggì al destino di altri suoi compagni del genere, ne proibirono la proiezione. I socialisti non volevano che in una regione baluardo del loro partito fosse descritta tale miseria e per assistere alla visione del film fu necessario ricorrere alle case del popolo e ai vari cineclub che furono sede d’accesi dibattiti sui contenuti e sull’importanza del cinema documentario.
Borinage è il perfetto esempio di quando un film si mette al servizio dell’informazione, senza cadere nella trappola dell’estetica; non si assiste, infatti, ad inutili messe in scena, tutto è documentato in modo tremendamente reale, dalle manganellate ai lavoratori in sciopero, allo sguardo impaurito dei bambini sporchi di carbone, è il fascino sublime della realtà filmata rispetto a quella mediata del cinema di finzione, le cose si sono svolte così come risultano proiettate. Questo rapporto ontologico con la realtà filmata appartiene però soltanto ad un certo tipo di cinema e ad alcuni grandi registi che lo hanno saputo mettere in pratica impeccabilmente (Flaherty su tutti), teniamo lontano qualsiasi confronto con la realtà filmata dei reality televisivi.