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PAGINE DAL LIBRO DI SATANA regia di Carl Theodor Dreyer

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     9½ / 10  25/03/2012 10:42:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Traendo la storia da un dramma di Edgar Hoyer e ispirandosi forse alla morte di sua madre, andando a cogliere contemporaneamente l'invenzione del montaggio parallelo inventato da Griffith e usato per la prima volta nel 1916 in INTOLLERANCE e al film del 1912 di Luigi Maggi AMBROSIO, Dreyer costruisce un film che, sì ricorda SATANS, film di Mornau uscito nello stesso anno e la fotografia di Nadar, dove le inquadrature sembrano essere uscite da qualche quadro appartenente alle opere della misericordia del Maestro di alkmaar, ma che ha già i tratti di JEANNE D'ARC dove rievoca il tema della religione, tanto caro allo stesso regista, arricchendolo di simbolismi e tecniche cinematografiche, collegabile probabilmente con lo scritto che realizzò a quel tempo sul cinema.

Il film inizia con un prologo nel quale dio maledisce satana e nel quale lo condanna a tentare gli uomini, e nei successivi quattro episodi, rispettivamente in Palestina ai tempi di cristo, in Spagna durante l'inquisizione, in Francia durante la rivoluzione e nella Finlandia contemporanea, satana prenderà sembianze umane e sceglierà in ognuno uno strumento umano per realizzare i suoi piani.

Il soprannaturale qui è ancora esterno (nei lavori successivi sarà interno) ma Drayer ha comunque tutte le carte per portare ad un'attenta riflessione. La santità di gesù e degli altri personaggi buoni è in netta contrapposizione con il doppio ruolo che è la figura di satana: il diavolo quando prende le sembianze umane riesce ad essere un personaggio che fa paura ma allo stesso tempo affascina. Le prime tre storie faranno condannare il diavolo mente l'ultima, la rosa rossa di suoni darà mille anni di libertà al diavolo e questo crea quella speranza/ suspense che fa intuire che satana è pronto a colpire di nuovo..

Il film accusa dio, e forse provocherà negli spettatori più radicali un borbottio che si trasformerà in un voto negativo, ma bisogna riconoscere che questo è un piccolo capolavoro, andare oltre al semplice "dio se lo è creato il male". Drayer ci propone un altro punto di vista, un nuovo aggancio per una nuova riflessione, una sottospecie di aiuto per approfondire la religione e scovare nuovi dubbi e risposte. Giustamente dio ha creato satana e l'ha mandato sulla terra per il semplice motivo che, come le regole più semplici della narrazione ci insegnano, ogni protagonista deve avere un antagonista e se questo non c'è bisogna inventarselo, se no mica si può fare la figura dell'essere buono, perfetto, imbattibile.
Chi ha scritto la bibbia è stato un genio, ci sono delle incongruenze, però rimane un genio, anche se Dreyer lo è ancor di più.