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DESIDERIO DEL CUORE regia di Carl Theodor Dreyer

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     8 / 10  27/03/2012 00:04:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo sguardo.
Lo sguardo è il simbolo di questo grande film.

Grande per la parte tecnico artistica ma anche per il fronte metaforico impregnato in essa.
MICHEAL è tratto dal romanzo di Herman Bang ma ci si accorge quanto la storia abbia molti tratti autobiografici: anche Dreyer fu adottato e a sua volta si comportò da ingrato nei confronti del padre adottivo, per non parlare della citazione al grandissimo pittore che ammirava, Monet, tramite il nome del pittore Zonet.
L'arte non è solo protagonista del landscape filmico, ma la ritroviamo anche nelle sfarzose scenografie di un ricco atelier parigino del primo '900 (cosa che solitamente non esiste nei film di Dreyer) e nella fotografia, quest'ultima utilizza una luce diffusa che sembra accarezzare i volti ed è come se li tirasse fuori dall'ombra, dagli sfondi neri che hanno la funzione di risaltare questi volti così importanti e significativi, richiamando i ritratti di Antonello Da Messina o i quadri del Caravaggio.

MICHAEL film muto del 1924 esente da colonna sonora gioca tutto sull'espressività degli attori con queste lunghe inquadrature centrate sugli occhi dei protagonisti che a loro volta portano avanti la storia tenendo alta l'importanza della comunicazione che possono dare gli occhi.
Il famoso pittore, che a tratti ricorda il Sjostrom de IL POSTO DELLE FRAGOLE con uno sguardo da paura, in entrambi i sensi, quasi impossessato da una forza emotiva artistica, non per niente troverà difficoltà a dipingere la principessa, una magnifica Nora Gergo che troverà posto più tardi nel film di Renoir LA REGLE DU JEU, proprio in mancanza di quella comunicazione che i due sguardi non riescono a darsi. Improvvisamente al pittore sembra di non trovare la giusta passione negli occhi di lei e sarà successivamente Micheal, suo figlio adottivo e modello dei suoi quadri, ha trovare la passione e a dipingere il valore emotivo dello sguardo. Questo accade perché, contrariamente al vecchio che è partito dal volto, il giovane, modello alla Dorian Grey, è partito dall'osservazione degli occhi in primis grazie all'acceso amore che prova per la ragazza. Un amore che lo porterà ad essere terribilmente ingrato nei confronti di suo padre, quest'ultimo accecato dall'amore che prova per suo figlio, un amore che non è solo filiale ma anche omosessuale, non riuscirà nemmeno nel letto di morte ad aprire gli occhi e ad accorgersi che a Micheal di lui non frega niente, continuandolo ad amare profondamente.
Ma se l'amore del vecchio non è contraccambiato, nemmeno i sentimenti tra i due giovani saranno tali. O meglio tra l'orfano e la principessa coesistono sentimenti falsi o invelenita da motivi di interesse, e vediamo come definitivamente nessuno riesce a riempire quel vuoto dato per l'appunto dall'impossibilità sentimentale di attuarsi.