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DESIDERIO DEL CUORE regia di Carl Theodor Dreyer

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Invia una mail all'autore del commento wega     7½ / 10  21/07/2009 21:44:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, per ulteriori informazioni sulla trama del film c' è il commento di Marco che mi precede. "Mikael" del 1924 è quasi sicuramente la pellicola più autobiografico di Dreyer, regista amante della pittura che venne adottato (come lo è Mikael nel film) in seguito alla perdita di entrambi i genitori, e anche Dreyer (come Mikael nel film), non si era comportato altrettanto bene con il padre adottivo. Grazie alla lezione appresa da Murnau, è anche un film con cui prosegue la grande stagione dello kammerspiel, il noto "dramma da camera" che, per quanto concerne quello scandinavo, si avrà un altro grande protagonista del Cinema, un Ingmar Bergman e la maggior parte delle sue opere (mica apocalittiche, suvvia). Notevole anche la lezione appresa da Griffth ed il montaggio parallelo, qui usato nella parte finale per la combinazione di situazioni contrastanti: la tragedia per il pittore in punto di morte (che detterà il proprio testamento, scena tra l' altro sovrapponibile - anche se Lanari preferisce lo split-screen - a quella della lettera finale di Gertrud), e la gioia di Mikael per l' amore ricambiato da parte della bella giovanotta russa (in "La Passione di Giovanna d' Arco" impossibile dimenticare il dolorosissimo taglio dei capelli della Falconetti alternata a carrellate nella folla tra diversi fenomeni da baraccone). Sostanzialmente per gli anni '20 "Mikael" è un film controverso perché parla di una omosessualità latente, e per uno come Dreyer, è atipico nella sua filmografia per la presenza di scenografie accurate e barocche; inoltre crea un precedente importante per la struttura narrativa a flashback con uno sbalzo temporale di 4 anni. Un bel film di un regista pronto per una caterva di Capolavori.