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JE VOUS SALUE, MARIE regia di Jean-Luc Godard

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amterme63     6½ / 10  17/03/2013 21:48:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' un film difficile e di non facile fruizione. A mio modo di vedere è forse troppo "costruito", sbilanciato sul lato intellettuale, senza avere una forte controparte emotiva o estetica che possa "aiutare" l'interpretazione e che dia un'impronta umana e sensibile a tutta la storia.
L'idea, l'esperimento, che Godard ha voluto portare su pellicola è rappresentare nel mondo d'oggi il dogma cristiano dell'Immacolata Concezione.
Di suo è un argomento fondamentale dal punto di vista religioso e pieno di implicazioni di ogni genere. L'interesse di Godard si concentra però soprattutto sull'atteggiamento e sulle reazioni di Maria e Giuseppe (una ragazza giocatrice di basket e un tassista) nei confronti di una volontà esterna alla loro, che gli impone di rinunciare a se stessi e darsi completamente a una missione che non hanno scelto. Diciamo che l'accettazione non è facile né immediata. Giuseppe all'inizio è convinto che Maria gli abbia fatto le corna. Scoperta la verità, fatica tantissimo ad accettare di sacrificarsi, di rinunciare al piacere sessuale e al possesso della persona amata. Maria stessa rimane stordita e confusa (perché proprio io?) e soffre pure lei della rinuncia al piacere sessuale.
Tutto questo viene espresso con i soliti tira-e-molla tipici dei film di Godard, anche se qui sono molto meno vivaci e spontanei. Non c'è però un vero e proprio scavo psicologico, anche perché in tutti i film di Godard i personaggi sono dei "prestapersona" per qualcos'altro. In questo film in particolare però si fatica a "sentire" i personaggi, manca profondità emotiva, c'è troppo schematismo. Si rimane freddi ed estraniati nei confronti della vicenda.
C'è da dire che il trattamento di Godard dell'argomento religioso è decisamente anticonvenzionale. L'arcangelo Gabriele è rappresentato come un ceffo violento e manesco. Il film poi sovrabbonda di nudi femminili (Maria sta quasi sempre a passera all'aria) anche se senza la minima connotazione erotica (è tutto molto naturale).
L'atteggiamento di Godard rispetto all'aspetto teologico è invece piuttosto ambiguo. Infatti non si sa bene come interpretare gli accenni al divino (ironici o seri?), né che ruolo e significato dare ai tantissimi inserti extradiegetici che inframezzano ogni scena (riprese della luna, di treni, di paesaggi primaverili solari o piovosi, del mare, didascalie, ecc.). In "Prénom Carmen" questi inserti davano un'aura poetica ed affascinante alla storia, qui trattandosi di temi molto seri e dottrinari non si percepisce un ruolo estetico per queste immagini, ma un significato intellettuale che decisamente sfugge.
Se si aggiunge la staticità delle scene ne risulta il pericolo di provare noia o di trovarsi a guardare il film con gli occhi chiusi.
E' comunque un film-esperimento interessante, ben fatto, con belle immagini, girato con mestiere e maestria. E' insomma una difficile e indigesta opera d'arte.