Ciumi 9 / 10 03/10/2009 18:51:01 » Rispondi “Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese, oscillavano lievi al triste vento”
Io invece non mi fermai. Restai in quei luoghi atri, arsi dalla guerra, rinunciando di votarmi al Silenzio. E mi fabbricai un’arpa, e presi con me un pappagallo che mostrava tutti i colori della pace. E persuasi i miei compagni a rinunciare a combattere, accettando così d’essere scambiato da loro per codardo. Intonai, per tutti, un canto d’amore. Per i compagni e i nemici, per chi è sopravvissuto e per chi invece fu caduto, ugualmente. M’assunsi, come l’uomo che piantava gli alberi, il compito di commiserare e sotterrare i nostri morti insepolti. E là ritrovai il mio Dio, Buddha, la luce.
E’ il messaggio di pace di Ichikawa, lento e soave come una nenia spirituale, commentato da una galleria d’immagini pregne di realtà e allo stesso tempo illuminate da un chiarore mistico e umano. E’ inutile chiedersi le cause di tanti orrori della guerra. Adesso, soltanto, dobbiamo aiutarci a non dimenticare.
Ciumi 03/10/2009 20:50:28 » Rispondi I primi tre versi sono tratti da una poesia di Quasimodo.