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ANGST regia di Gerald Kargl

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  05/10/2012 15:28:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dialoghi quasi inesistenti, solo i pensieri squilibrati di un uomo che dopo dieci anni passati in prigione continua a sentire il bisogno di uccidere.
Tornare in libertà equivale a poter sfogare di nuovo pulsioni conseguenti un'infanzia violenta e disagiata.
La tenebrosa colonna sonora fa da martellante sostegno alle macchinazioni dell'ex carcerato,al quale non sembra vero quando casualmente finisce in una villa isolata abitata da un'anziana signora e i suoi due figli, di cui uno disabile.
Eccezionale la regia sofisticata di Gerald Kargl, spesso consacrata al particolare fisico e regolarmente allucinata nel rafforzare il senso d'alienazione del mostro.La maggior tensione è generata dalla freddezza delle meditazioni, conseguenza logica di una brama omicida incontenibile.
Giusto chiarire che non si tratta di uno splatter-movie, si conta solo una scena particolarmente sanguinosa in cui tra l'altro spicca il geniale contrasto tra la brutalità del momento e una pallina colorata in gomma, un oggetto appartenete ad un mondo puro e dolorosamente incongrua con il quadro generale, come la presenza sul luogo dei delitti di un cagnolino, muto testimone delle perversioni dell'assassino.
Le vittime sono presentate senza personalità come fossero figurine pronte all'uso, non c'è pietà né compassione per la loro sorte.Una definizione mirata in quanto Kargl filtra il mondo circostante secondo la logica ottenebrata del protagonista, virata al surreale anche nei confronti degli avventori di un bar dove i suoi sadici istinti per ben due volte verranno solleticati non poco.
Straordinaria la gestione post-omicidi, l'ansia del mostro esplode mentre tenta di far sparire le tracce del suo passaggio cercando comunque di non soffocare l'urgenza tipica del serial-killer di mostrare agli altri le proprie "doti".
La forza di "Angst" sta soprattutto nel dare credibile consistenza a impulsi di lancinante spietatezza, connettendo bene lo spettatore alla follia del protagonista.