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LE ALI DELLA LIBERTA' regia di Frank Darabont

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impanicato     9 / 10  02/03/2015 18:58:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Partite da un racconto di Stephen King, metteteci la regia di Darabont e concludete con le magnifiche performance di Tim Robbins e Morgan Freeman. Ecco che ne viene fuori uno dei migliori film mai prodotti e forse il migliore nel suo genere.
Andy Dufresne é un uomo schivo, freddo, non molto passionale, che non é mai riuscito a dimostrare quanto amasse la moglie ed é per questo che questa lo tradiva. Andy allora parte con l'intenzione di farli fuori, si ubriaca ed entra con una pistola nell'abitazione dell'amante della consorte. E' possibile che un uomo come lui abbia potuto compiere un tale efferato delitto? E' cosí per il giudice che lo condanna, meravigliato dalla freddezza che traspare dal suo volto.
Arriva al carcere di Shawshank, luogo che sará teatro non solo di lotte e botte, ma anche di tanta vita e amore per essa. E' qui che riuscirá a farsi degli amici, degli amici veri che lo aiuteranno e riconosceranno il suo valore umano. E' qui che tutti gli innocenti detenuti cercheranno la redenzione (come da titolo originale), un riscatto per i crimini commessi. E' qui che gli uomini vedono la propria casa.
Film sulla speranza. Speranza vista come male tra tutti i mali, che puó solo creare false aspettative e portare un uomo sul baratro. Speranza invece vista anche come meta finale di un sogno irrealizzato che puó portare a compiere opere meravigliose.
Pellicola che omaggia anche le arti e la cultura in ogni sua forma: il cinema, i grandi poster raffiguranti le dive di quei tempi; la musica, eccezionale la scena in cui tutti gli ignoranti detenuti si fermano ad ascoltare Le nozze di ****ro di Mozart; la letteratura, é esemplare il modo in cui il detenuto voglia curare la cultura dei suoi "colleghi".
Film sull'ipocrisia generale delle persone che predicano bene, ma razzolano davvero male come il direttore Norton che conosce la bibbia a menadito, ma per avarizia "ruba" molti soldi allo stato o come i secondini che picchiano fino alla morte i detenuti, ma che sono tanto premurosi quando si tratta del futuro dei loro figli.
Film che non esito a definire capolavoro, ha tutto quello che serve per esserlo. Per non parlare del finale e da come viene raccontato dalla voce narrante. Un finale del genere é eccezionale. Ti fa tremare, sperare, piangere, gridare di gioia.
Gran parte del merito dell'ottima riuscita del film é dovuta alle grandi performance degli attori, protagonisti e non. Tim Robbins ottimo nell'interpretare il criminale innocente e Morgan Freeman si dimostra, come suo solito, eccellente nei ruoli drammatici.
Anche tecnicamente il film é superbo. Il regista sa quello che fa e lo fa bene con un'accoppiata regia-sceneggiatura da urlo. Non per niente qualche anno dopo dirigerá un altro film a tema carcerario come "Il miglio verde", anche questo tratto da un'opera di King.