caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

LE ALI DELLA LIBERTA' regia di Frank Darabont

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
oh dae-soo     10 / 10  20/05/2011 12:41:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Uno dei film a cui sono più legato. Visto appena uscito nel 1994, per anni, prima che critica e passaparola ne facessero un capolavoro universalmente riconosciuto, l'ho considerato il mio film preferito. Pensavo che fosse un piccolo film e lo feci mio, poi, come detto, ebbe il successo meritato. Per questo, a costo che nessuno arrivi alla fine, sono costretto a dilungarmi.

"Io punto su quello che sembra avere un palo infilato nel c.ulo"
Andy Dufresne arriva nel carcere di Shawshank. Si vede subito che c'entra nulla con un posto del genere. Bancario, faccia pulita, modi pacati. Red (un grande Freeman nel ruolo che lo lanciò definitivamente) , il condannato "trovarobe" della prigione, punta su di lui come primo a cedere dei nuovi arrivati. Si sbaglierà di grosso.

"non conterò nemmeno fino a 1"
Il capitano Hadley è un aguzzino spietato. Facciamo la sua conoscenza con l'arrivo del gruppo di Andy. Ne fa fuori subito uno a forza di botte. Mai, mai per tutto il resto del film conosceremo un lato di lui diverso da quello di spietato esecutore degli ordini. Nella scena del tetto il suo scontro con Andy porterà al vero turning point del film.

"Lei si fida di sua moglie?"
Siamo sul tetto. Dufresne ha l'incredibile coraggio di chieder questo al terribile Hadley. Mai tentativo fu più rischioso e al tempo stesso meglio pensato. Andy conquista 2 cose: il prestigio tra i suoi compagni di sventura (con i quali fino ad allora aveva appena scambiato 2 parole) e la stima delle alte sfere del carcere, Hadley e l'ancor più terribile direttore Norton (un'indimenticabile Bob Gunton, forse MVP del film). Stima significherà protezione, decisiva alla luce del finale.

"La salvezza è qui dentro"
La cella di Andy viene perquisita. Qui, in una scena che soltanto successivamente rivelerà la propria assoluta perfezione, Andy sarà vicinissimo 3 volte ad esser scoperto. Norton parla a pochi cm dal poster ed è quasi indeciso se toglierlo. Prende poi in mano la Bibbia di Andy. Sarebbe bastato aprirla... Inoltre sta per portarla via ma all'ultimo la riconsegna al carcerato. "La salvezza è qui dentro" dice ad Andy. Magnifico.

Intanto la regia di Darabont, tra la splendida ripresa aerea del carcere e la perfetta direzione di tutti gli attori, fa il suo dovere alla grande, ma è nella sceneggiatura che Le ali della libertà nasconde il proprio tesoro grazie perlopiù a 3 aspetti: l'aggiunta del personaggio narratore di Red (non c'è nella novella) che parlando al passato crea un'attesa nello spettatore incredibile, una voglia di scoprire dove porterà questo racconto; la grandiosità dei dialoghi (non a caso sto dividendo i capitoli attraverso le battute del film); la capacità di inserire storie e sottostorie senza che nessuna appaia superflua o mal riuscita. Anzi forse proprio in una di queste Le ali della libertà raggiunge il suo apice.

"Brooks was here"
Qua intendevo. La vicenda del vecchio Brooks vale da sola la visione del film. In realtà sarebbe potuto essere anche uno splendido corto. Un personaggio che con pochissime pennellate e la commovente interpretazione di Whitmore (morto 2 anni fa, molto simile fisicamente al nostro grande Arnoldo Foà) ci regala 10 minuti indimenticabili. "Qui è importante, fuori soltanto un vecchio stanco e inutile" dice Red. Per questo Brooks, 50 anni nel carcere, non vuole esser "liberato". Perchè quelle mura "prima le odi, poi ci fai l'abitudine, poi non riesci a farne a meno". E' talmente importante questa piccola sottostoria che Darabaont cambia addirittura il narratore, da Red a Brooks stesso. La scelta dà ancora più intimità e tragicità, specie in quel "ho deciso di andarmene" e nell'indimenticabile scritta "Brooks was here". Con "dite a Heywood che mi dispiace di avergli graffiato il collo" raggiungiamo poi picchi di commozione altissimi. Le emozioni e le tematiche (il concetto di libertà, la vecchiaia, il suicidio come liberarsi da una vita stanca e ormai inutile) affrontate in questi 10 minuti sono qualcosa di quasi unico.

E passando per la magnifica scena delle Nozze di ****ro, andiamo avanti.

"me ne dia solo l'opportunità"
Nel perfetto concatenarsi di eventi ecco che arriva Tommy, il bulletto che (anche qui il caso...) conosce la verità sull'omicidio di cui è accusato Andy. Anche qua, in pochi minuti riusciamo ad affezionarci a un personaggio (vi assicuro che non è facile) ed anche qui dal suo arrivo alla spietata esecuzione assistiamo a un cerchio che si apre e chiude perfettamente. Andy è ormai troppo importante per Norton, è "suo" malgrado Dufresne, al rifiuto del direttore di far ricominciare le indagini, gli urli "E' la mia vita, è la mia vita!".

"o fai di tutto per vivere o fai di tutto per morire"
Chiunque abbia amato Le ali della libertà ricorderà la scena del poster rivelatore come uno straordinario colpo di scena, uno dei più belli, emozionanti e beffardi che io ricordi. Quando Andy non è dentro la cella (almeno la prima volta che lo vidi, a 17 anni) davvero non me ne capacitavo. Lo scaglio della pietra verso il poster e il rumore dell'impatto che non viene restituito dal muro furono un'emozione enorme. Qua parte una ricostruzione perfetta di tutto quello che Andy, a nostra insaputa, aveva fatto negli anni. E' bellissimo che tale scena e le conseguenti rivelazioni siano precedute dalla sequenza in cui Norton trova le scarpe di Andy al posto delle proprie. Anche qua la sceneggiatura è pazzesca. I più attenti avranno notato che mentre Norton e le guardie perlustrano la stanza e sono increduli di come Andy possa non esser là, sul muro c'è un poster di Einstein che fa loro la linguaccia. In realtà me ne sono accorto solo ieri, alla 7° o 8° visione credo.
"Ci vuole pressione tempo, pressione e tempo, e un poster gigante naturalmente" per far quello che ha fatto Andy, per poi camminare in "mezzo km di m.erda e uscire pulito e profumato". La scena poi delle braccia al cielo sotto la pioggia, che dire...

"Ziwataneo"
Quando Andy racconta a Red di Buxton, del campo e della "pietra che non ha niente a che fare con un campo del Maine" davvero non riusciamo a comprendere. Neanche Red capisce. "Se vuoi sapere vacci" gli dice Andy. Così, quando Red riceve la libertà condizionata e si reca a Buxton siamo per l'ennesima volta difronte a una scena che appaga testa, occhi e cuore. E come dimenticare quando pur nell'assoluta solitudine, una volta visti i soldi, Red controlla più volte la situazione per assicurarsi che non ci sia nessuno...
Tutto il piano di Andy è riuscito, non ultimo quello di incastrare Hadley e Norton a cui, piace sperare a Red, "l'ultima cosa che gli ha attraversato il cervello, oltre il proiettile, è la sensazione che Andy fosse riuscito a fregarlo". Red arriva a Ziwataneo, davanti all'Oceano, un Oceano "che non ha memoria". Si riparte da zero, con una barca da rimettere a posto.
E con Andy, quello che sembra avere un palo infilato nel c.ulo, quello che avrebbe ceduto per primo.



Scusate.
elio91  20/05/2011 14:46:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esauriente è dir poco,bravo...

Io non ricordo quando l'ho visto la prima volta ma lo vidi per caso,allora non ero appassionato di cinema con la stessa intensità con cui lo sarei stato qualche anno dopo anche se me ne interessavo quando potevo.
Appunto lo acchiappai un pomeriggio piovoso in un emittente locale che di solito dava sempre la stessa pellicola e mi accorsi che non era il solito film ma un altro,non avevo nulla da fare (in verità stavo teoricamente facendo i compiti) e mi interessai alla storia lentamente perché pensavo fosse cominciato da tempo,lo vidi dalla scena in cui Andy viene accusato dal giudice. All'inizio stavo pure per spegnere. Poi per tre ore sono rimasto a bocca aperta,e il colpo di scena dell'evasione mi mise un furore che ancora ricordo. Il film,avendolo rivisto tante volte,devo dire che è perfetto (da 10 davvero,e non da 9 come il mio voto) ma quel finale è una delle cose più emozionanti che abbia mai visto.
Poi sono un fan di King da pargolo,il racconto l'ho letto solo qualche mese fa per la prima volta. Sarà perché sono innamorato del lavoro di Darabont ma lo trovo uno di quei casi in cui il racconto è nettamente inferiore al film e non di poco,per quanto sia un grande racconto lo stesso (in una delle migliori raccolte di King tra l'altro).

oh dae-soo  20/05/2011 15:51:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, direi che siamo d'accordo anche sulle virgole... Sì, ho visto la tua maturazione "cinematografica" anche nei commenti, sono convinto che quello de Le Ali della LIbertà lo riscriveresti subito con lo stile e le conoscenze di adesso. A prescindere dal voto.

Una curiosità. Nel blog una lettrice mi ha detto che l'io narrante anche nel racconto era di Red. A me non sembra proprio. Tu ricordi qualcosa? Oppure magari hai il libro? (io ne avevo 51 di King, una volta sposato li ho lasciati tutti nella vecchia casa).
elio91  20/05/2011 16:56:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi pare proprio fosse Red e nel racconto non era un uomo di colore ma un bianco con i capelli rossi. Ora non ce l'ho sotto mano,entro stasera vedo di trovarlo nella montagna di romanzi kinghiani che ho (mi pare sui 35 come minimo) e ti rispondo se non trovo la conferma.
Ma posso già dirtelo con sicurezza perché ricordo che le parole finali sono le stesse del film "Spero che il Pacifico sia azzurro come nei miei sogni. Spero." o una cosa del genere.
Invece anche nel racconto c'è Brooks ma non gli viene data la stessa importanza che ha nel film (fondamentale),stesso dicasi per il direttore.

Effettivamente lo riscriverei completamente il mio commento ma a pensarci bene esprime in maniera grezza quello che direi oggi con meno superficialità. Altri sono i commenti che cambierei,insomma...
oh dae-soo  20/05/2011 17:11:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo Elio, la mia non era affatto una critica al commento, volevo solo dire che per un film che anche te hai amato moltissimo sicuramente ti sarebbe piaciuto spendere 2 parole in più.
Ah ecco, quindi mi ricordavo un cambiamento su Red ma era di altro tipo. Mi stai dicendo che oltre ad essere il narratore onnisciente, Red, pur bianco, aveva la stessa importanza che ha nel personaggio di Freeman? O era semplicemente un testimone? Controlla se puoi, ciao!


P.S: tra l'altro ho parlato di lettrice nel blg così come una qualsiasi, in realtà è L.P qui di filmscoop...
oh dae-soo  20/05/2011 17:30:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tutto risolto, bastava wikipedia...

Vai in fondo, in "differenze con il racconto originale". Comunque avevi ragione. La cosa incredibile è che in quella raccolta di soli 4 racconti sono venuti fuori 2 tra le migliori 5 trasposizioni tratte da king più un 3° (un ragazzo sveglio) che se non ricordo male era anch'esso molto buono.
elio91  20/05/2011 20:11:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bellissima raccolta davvero. Ma l'Allievo non è nulla in confronto al racconto,una cosa che ti ghiaccia dentro; il film si lascia tutt'al più guardare ma lo trovo appena sufficiente e l'unica vera nota di merito sono i due protagonisti,il resto è da buttare se si fanno paragoni. In quel caso però nel commento sono stato esauriente.
guidox  21/05/2011 00:24:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao mi intrometto per dire che la penso come te sul racconto da cui è tratto L'allievo, anche se il film non lo sottovaluterei poi troppo, è comunque abbastanza buono.
piuttosto c'è il quarto racconto...Il metodo di respirazione, che all'epoca trovai a suo modo denso di fascino; anche da questo hanno tratto un film: Michael Bay regista, Robin Williams, Jack Nicholson e Liv Tayler protagonisti, 2002 l'anno.

mi piace parlare di King, ho TUTTI i suoi libri e ho iniziato a leggerlo tantissimi anni fa e me ne sono innamorato... ;-)
un saluto

oh dae-soo  21/05/2011 10:22:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guidox, ma riguardo il film di Bay sei serio o stai scherzando? Il racconto era ottimo ma credo che, sempre nel caso non stessi scherzando, tu stia prendendo una cantonata...
guidox  21/05/2011 11:01:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si in effetti hai ragione...se cerchi il film in questione, effettivamente lo trovi, ma è un fake, scemo io a non accorgermene.
però guarda qua:
http://www.nunoprod.altervista.org/king/king.html
http://web.tiscali.it/revedelune/Cinematik/cinema/Metododirespirazione.htm
http://spazioweb.inwind.it/cadillac_ranch/hp/recensioni/recensioni_cinema.htm

ci sono andato senza guardare tutto il contorno.... :-)

elio91  21/05/2011 16:08:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche perché per rovinare King al cinema ci manca solo Bay. E pensare che King si lamenta dello Shining di Kubrick. ..
guidox  21/05/2011 20:33:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si lamenta perchè gli ha reinterpretato il libro e la cosa che gli dà più noia è che il film è comunque venuto fuori una genialata. ;-)
in fondo però King non avrebbe neanche tutti i torti, anche se al cinema si rovina con le sue mani: più è coinvolto nella produzione, più è facile che venga fuori una schifezza.