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TITANIC regia di James Cameron

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Woodman     8 / 10  24/07/2014 19:55:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Detesto i film con le "emozioni" preconfezionate, che ti costringono cioè a provare quello che vogliono loro, palesando l'intento con forzature e enfasi inappropriata e mozzapalle. Ciò non toglie che James Cameron sia un superbo e onorevole esponente del linguaggio filmico blasonato, di quella cerchia di autori (?) che fanno della ricchezza (in tutti i sensi e indirizzamenti della parola) di molteplici caratteri (dentro e fuori dallo schermo, si intende e s'è già inteso). E che sia anche regista talentuosissimo e, a modo suo, unico. La sua propensione al grandioso è dichiarata, è un autore che dunque guarda a tutto, cerca di avere e mantenere il controllo su tutto, un delirio d'onnipotenza che poi sarà ben espresso dal suo fiero ritiro del doppio Oscar all'edizione del '98. Sì, si è capito: quanto d più criticabile, opponibile, attaccabile in un uomo. La sua è una ricerca dell'impossibile, e se vista da un lato pressochè romantico, la sua epopea -da Terminator a The Abyss fino a Terminator 2 e lo splendido AlienS- può anche risultare affascinante. Consiglio a tal proposito, per chi volesse cercare di capire come James Cameron sia autore importante e grandioso, lontano anni luce dai patacconi vuoti e futili dell'odierna produzione americana, la lettura del libro del bravo Roy Menarini -studioso e critico esimio col quale ho avuto il piacere di condurre un progetto di critica-, intitolato proprio "James Cameron".
"Titanic" è il celeberrimo "Filmone", quello imposto dal battage, dalla martellante e sfiancante pubblcità, un film che ha acquisito importanza attraverso la mediazione eil mediatico, non solo per quello che alla fine arriva a dire o ad essere. Un film che hanno visto tutti, e di cui dispiace doverne riconoscere le notevoli e plurime qualità, vista la schiera eterna di fanatiche e fanatici ignoranti e imbarazzanti. Si tratterebbe infatti di fare conti con l'aspetto commerciale e tentare di scindere le qualità dai difetti legati all'anzidetto, impresa, quest'ultima, davvero dura, non riuscendo ad allontanare il pensiero dalle moltitudini infinite di ragazzette aVVapate che definisce il film "romantico" senza nemmeno sapere l'etimo e l'origine della parola.
Un peccato, non poter fare a meno di considerare proprio TUTTO, dinanzi a simili opere.
Insomma, appare del tutto inutile sciorinare la lista di momenti "celebri" e passati alla Storia, dal capolavoro di melensaggine del "Ti fidi di me" angelico e avvolgente sulla prua della nave fino al terribile momento dell'affondamento, per non parlare del pezzo del ritratto (inverosimile che un ritratto a carboncino possa essere sopravissuto così a lungo sul fondo dell'Oceano, ma se il pretesto era quello di far tornare a recitare la vecchia Stuart è più che scusabile, del resto Cameron non è un regista naturalista, somiglia più ad un futurista alla Boccioni che a un Courbet macchiaiolo, infila sprazzi di impeti romantici alla Turner e precisione geometrica e barocca di un Gianbologna o di un Tintoretto, quella, appunto, di chi sa fare bene soprattutto il Manierista, sfornando ogni volta un mix emozionale forte e sfavillante).

Linguaggio filmico intelligente e ben assimilato dai grandi, che rende ancora di più in virtù della spettacolarità, la chiave di lettura inoltre è molteplice, gli attori sono tutti in parte (Di Caprio e Winslet ormai moderni Leigh e Grant, magnifico ******* lo Zane, un po' sprecata la Bates, tristissimo il dolente Garber, perfetto il cipiglio di Warner).
Interessante il cromatismo, come nota Morandini, dal rossore crepuscolare che presagisce l'affondamento definitivo del sole, un tramonto senza rinascita, sino alla bluastra, cupissima, glaciale marcia funebre oceanica, che vede spegnersi sempre più la luce sui volti e sui corpi (perchè a un certo punto arriva anche il blackout eheheheh).
Resa magnifica della disperazione che imperversa, fortissima e schiamazzante, la seconda metà, sì, sempre lei, è in definitiva un pezzo di grande Cinema, lascia di stucco con la mascella sul pavimento sino alla quiete mortifera e funerea della carnosa, terrena Winslet abbandonata su un pezzo di stiva, rivolta alle stelle e il dolce angelo sceso in terra DiCaprio, che sopperisce alla crudeltà della realtà razionale e immodificabile (i ceti separatisti e impietosi, la forza insormontabile della natura che gli gela il sangue e lo trascina con sè). I temi si sprecano: amore, sacrificio, ribellione, ricordo irrecuperabile e conseguente, dolce sofferenza à-la killing me softly, denuncia e ritratto dell'impossibilità di fare ciò che del resto si propone anche Cameron, cioè avere il controllo supremo su ciò che è molto, molto più grande di noi.
Magari tutto sarà recepito annacquato e banalizzato, come in un digest zeffirelliano (perdonami Cameron per il paragone, perdonami davvero, perdonami perdonami perdonami), ma cercando di tralasciare i sedicimila Oscar, la DiCaprio mania dei giocosi e verdolini anni '90, la commercialità come fine primo, la Dion (canzone bellissima comunque, infatti l'Oscar a lei mica è andato), assicuro che il film, su almeno due piani (emozionale, di ricostruzione storica) farà centro.

Un colosso, sì, non è assolutamente un capolavoro, ma è un film che, favorevole o contrario sia chi legge, è GRANDE. La cui grandezza si percepisce nello stesso modo in cui emergono i mille difetti.
Chi s'accontenta ed è scarsamente preparato lo troverà un capolavoro imprescindibile (pffffff, mi permetto di aggiungere).
Chi un minimo conosce della Settima Arte ha tutto il diritto di stroncarlo, ma ovviamente non può dire che sia una *****.

Il voto fa riferimento agli innegabili pregi e alla portata emozionale (per quanto detestabile, certo,come detto in apertura, ma di innegabile forza), considerando anche che ha ottenuto esattamente quel che voleva, e che quello che si
era prefissato di comunicare (che brutta parola, lo so) l'ha comunicato. Poi grazie al cielo, ed è gran cosa, chi ha uno spessore un pelo più grosso dello spettatore medio(cre) può anche andare al di là di ciò che viene barbaramente imposto alla vista da Cameron, e di ciò che implica, nell'immediata fruizione.

Da vedere, almeno una volta. Poi chissà, magari non sarà l'ultima.
ferzbox  24/07/2014 21:21:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento singolare,anche se il tuo 8,a questo punto,risulta un pò ambiguo....dico così,perchè secondo il tuo ragionamento il film è da 5 o da 7.......quell'8...mmmmmm.......
;-)
ferzbox  24/07/2014 21:24:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comunque per me,considerando che si tratta di un blockbuster(un bellissimo blockbuster),il film nel suo genere è un capolavoro......forse non ci capisco di settima arte?(sto facendo ironia,tranqui...) ;-)
Woodman  25/07/2014 10:53:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ah beh l'ambiguità e il lunatismo sono il mio forte ;) Però stavolta ho proprio tralasciato del tutto i difettoni (storiella furbissima infilata loscamente dall'avido e mica scemo Cameron, che è sviluppata come un melò qualunque e forse pure sotto la media, enfasi esagerata in alcuni punti, dialoghi talvolta veramente risibili e momenti prevedibilissimi che sanno veramente di fiacchezza etc), ma che poi svaniscono praticamente del tutto con la seconda parte di film, quella bluastra, laddove ogni qualvolta mi ci dovessi ritrovar di fronte sarebbe un'ulteriore iniezione di pazzesco mix di sentimenti. Certo, impacchettati, ma, ripeto, io per Titanic sono disposto a farmi trattare da stupido robottino da imboccare. Perchè è un film con enormi qualità che purtroppo restano in secondo piano per via dell'enorme impatto su..su...beh, su TUTTO, che ha avuto. Io, provando a fregarmene altamente, e devo dire che ci sono riuscito, ma, ri-ripeto, con immenso sforzo eh!, sono riuscito ad apprezzarlo sinceramente e soddisfacendomi su più piani interiori.
E' un altro film che va a toccare corde molto intime e indescrivibili, di quelle a cui non si può dar nome, e mai s'è dato, e, nonostante l'immenso uso di mezzi costosi, l'opera trasuda lo stesso suggestioni e fascino misterioso e nostalgico. Cameron del resto non fa dell'effetto speciale IL FILM, ma per raccontare una storia come vuole lui, tendendo sempre al grandioso e alla leggenda moderna, sfrutta in funzione del suo film l'effetto costoso (e curatissimo, sempre, in ogni suo film, c'è da dire), per poter dare il meglio di se stesso e della sua visione e per mandare in visibilio ed estasi gli spettatori. E, per l'appunto, oggi, di registi "commerciali" ancora indirizzati alla comunicabilità (brrrrrr), ne son rimasti davvero pochi così maestosi e intelligenti. Lunga vita a Cameron!

Ad ogni modo Titanic va ad inserirsi nelle pietre miliari della storia della settima arte, penso sia l'ultimo vero Classico, l'ultimo film le cui immagini sono talmente iconiche (metà lavoro è stato fatto dal pubblico qui eh, beninteso ;) ) da essere parte dell'antologia cinematografica e della memoria collettiva di tutti noi. E penso che questo elemento faccia la sua parte nella scelta di mettere un 8. Appunto, concordavo sul fatto che, come dicevi tu, è un blockbuster ALTO. Un blockbusterone coi fiocchi, un film che ripercorre la ricetta dei kolossal degli anni '40 e '50, e ne mantiene poi le ingenuità descrittive e l'approssimazione, insomma, ricicla pure il peggio. Comunque sì, quando dicevo "[...] considerando anche che ha ottenuto esattamente quel che voleva, e che quello che si
era prefissato di comunicare (che brutta parola, lo so) l'ha comunicato", volevo dire esattamente quello che dici tu "Per me considerando che si tratta di un blockbuster(un bellissimo blockbuster),il film nel suo genere è un capolavoro".
E va BENISSIMO, perchè, come aggiungevo dopo "chi ha uno spessore un pelo più grosso dello spettatore medio(cre) può anche andare al di là di ciò che viene barbaramente imposto alla vista da Cameron, e di ciò che implica, nell'immediata fruizione", ovvero che il film non è pura e lambiccata immagine, si sprecano i disegnini, i viaggetti, le metaforine e i concettini, sotto la patina , peraltro ottima e brillante. Poi appunto: -ini, proprio perchè di aulico non vi è comunque nulla, siamo sempre abbastanza sul semplice e sull'accessibile, ma, insomma, in un film che VUOLE e NASCE come blockbuster...caccia via!

Che poi infatti io detesto, generalmente, le mosse commerciali e gran parte delle cose che ho scritto prima, ma con Cameron la parte del cuore ha il sopravvento, non ce la posso fare.
A parte Avatar -che è visivamente ottimo ma banalissimo in tutto il (grosso) resto- e la commediaccia (divertente e gustosa) True Lies, il Cinema di Cameron tende a seguire questo percorso grandioso, e lo fa in modo (o meglio in MANIERA) infallibile,a parer mio.

Con Cameron è lecito diventare gli Hegel dei poveri, con fede e tendenze ideologiche progressiste e positiviste (ri-brrrrr), diventare i grandi giustificatori! ;)
ferzbox  25/07/2014 11:45:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Complimenti per come scrivi,sei davvero bravo,fattelo dire ;-)

Comunque ho capito e seguito bene il tuo discorso..e sei tra i pochi che hanno giustamente riconosciuto in "Titanic" un richiamo al cinema degli anni 40/50...ma anche 60....
Io sono un pò di parte se devo essere sincero,perchè la "spettacolarità" di Cameron mi è sempre piaciuta,è un maestrante in quello che fa(e l'hai giustamente esposto tu quello che sa fare..o sbaglio? ;-) )....
.... ...
Woodman  25/07/2014 16:58:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E io ti ringrazio molto! Leggendo il tuo commento carico di sentimento ho colto abbastanza bene l'ottica con la quale vedi questo film, condivido praticamente tutto! :) :)
ferzbox  25/07/2014 17:47:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
;-)...alla prossima Woodman,e non mi scorderò mai del tuo commento a "Cannibal Holocaust",che non ho ancora commentato perchè desidero rivederlo,però guarda...sei stato un grande ;-)
Woodman  25/07/2014 23:25:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
AHAHAHAHAHAHAH oddio no, non farti del male :')