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GRINDHOUSE - A PROVA DI MORTE regia di Quentin Tarantino

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julian     6 / 10  22/05/2008 15:29:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per questo film non posso fare a meno di riportare alcuni passi del commento del Morandini con il quale, una volta tanto, mi trovo perfettamente d'accordo.
Il giudizio critico è di due stelle e mezzo (poco più di una sufficienza dunque) e il film è descritto così: "Com'è costruito Death Proof ? Oltre alle due messe a morte è composto da due lunghi, accatastati, licenziosi cazzeggi tra donne e da un interminabile inseguimento in auto che si conclude con una letale *****ttatura. E' la prevista, inevitabile, catartica conclusione con cui quel furbacchione di Tarantino manda a casa contenti gli spettatori".
Non si può eccepire su quanto detto qui: anche quelli che hanno apprezzato il film non possono non ammettere che scorre quasi senza idee prestabilite, come una eterna improvvisazione da parte delle attrici, interrotta di tanto in tanto da scene di violenza fine a sè stessa, esagerata, bizzarra tipica di slasher e splatter (di conseguenza si può affermare che le trovate geniali di questo film corrispondono solamente a queste scene, nella macchina a prova di morte).
Per quanto riguarda invece le innumerevoli autocitazioni che Tarantino si dedica abitualmente e i rimandi ad altri film, il Morandini dice: "Il quartetto del Tennessee è a bordo di una Dodge Challanger 1970, quella usata in Punto Zero, una delle tante citazioni cinefile (letterarie e musicali) che fanno sbavare i recensori tarantinati".
Si tratta insomma di uno dei giochetti del repertorio di Tarantino, usati convenzionalmente per divertire ed esaltare i suoi affezionati spettatori.
In Death Proof quindi troviamo i discorsi musicali e cinematografici intorno a un tavolo rotondo già visti in Le Iene (invano tentativo di riprodurre la genialità del discorso su Like a virgin); lo sceriffo e suo figlio numero 1, due personaggi comparsi anche in Kill Bill; la suoneria con il motivetto fischiettato di Kill Bill e tanto altro.
Inoltre il regista si adegua ai montaggi dei film d'exploitation anni 60/70, bruciacchia la pellicola, inserisce una scena in bianco e nero all'improvviso e dà una spruzzata finale di fetish foot.
Per quanto mi riguarda il film è stato fatto apposta per i seguaci di Tarantino, per coloro che si commuovono a ogni suo movimento di macchina perciò, come già detto, Grindhouse A prova di morte presenta poco di veramente interessante: la trovata della macchina per stuntman con il posto davanti chiuso, una vera e propria scatola della morte; il personaggio di Kurt Russell che è sempre un piacere rivedere sullo schermo; qualche discorso e qualche frasetta come « Ehi, Pam, ti ricordi quando ho detto che la macchina era a prova di morte? Non dicevo una bugia... questa macchina è al cento per cento a prova di morte, ma per godere di questo vantaggio, tesoro, tu dovresti essere seduta esattamente dove sono io! », battuta sputt anatissima ma simpatica.
Fine a dir poco banalerrima.
Come un mago ha bisogno del trucco per far uscire il coniglio dal cappello, così un regista che si rispetti ha bisogno di una storia alla base, anche ridicola, per far uscire il buon film, cosa che a Tarantino è riuscita spesse volte.
Stavolta però ha provato a fare la magia senza il trucco e non gli è uscita...