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STRADE PERDUTE regia di David Lynch

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ULTRAVIOLENCE78     8 / 10  21/10/2007 03:23:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come in "Inland Empire", anche in questo film bisogna lasciarsi trasportare dalla bellezza e dalla forza delle immagini e dalle emozioni che esse suscitano (la scena dell'amplesso sulle note di "song to the siren" è da brividi).
Come nel sopra citato "inland Empire" e nel prodigioso "Mulholland Drive", anche in "Strade perdute" la linea di demarcazione tra conscio e inconscio, tra realtà e immaginazione è estremamente labile. La dimensione interiore del protagonista si mescola con quella esterna generando un forte senso di spaesamento in chi guarda.
Come nel successivo "Mulholland Drive", i pezzi del mosaico si ricompongono alla fine del film (anche se qui è obiettivamente più arduo ricollegare tutti gli eventi): la potenza di questa pellicola risiede, tuttavia, non tanto nella dinamica in cui si dipana la storia, quanto nella straordinaria capacità di Lynch di dischiudere e mostrarci i lati più oscuri e i recessi più profondi della psiche dell'uomo: la scissione che si verifica a un certo punto e i dialoghi con un soggetto misterioso non sono altro che proiezioni del cervello materializzate.
Lynch, dunque, si sofferma a scandagliare l'interiorità dell'esistenza umana, mettendola sullo stesso piano della dimensione esteriore, perchè la prima, come la seconda, fa parte della realtà: entrambi questi elementi costituiscono 2 aspetti inscindibili dell'essere , e pertanto l'uno non può escludere l'altro.
Questa tematica si svilupperà e raggiungerà il suo apice nei 2 successivi film.