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STRADE PERDUTE regia di David Lynch

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Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi     9 / 10  04/05/2007 01:18:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Avevo già visto questo film qualche anno fa e mi aveva lasciato un senso di angoscia senza però rimanermi impresso, anche perchè allora conoscevo poco e niente di Lynch e non ero stato ancora conquistato dal suo linguaggio sperimentale. Dopo aver visto Eraserhead, Mulholland Dr. e Inland Empire certo rivedendolo ora mi risulta più facilmente decodificabile (facilmente si fa per dire). Ha una struttura simile a Mulholland Dr.; sdoppiamenti, appagamento di desideri insoddisfatti, forte compenente psicanalitica freudiana, perversione sessuale. Mentre in Mulholland dr. tratteggia vagamente una mafia del cinema, in Velluto blu dipingeva un ambiente oscuro di perversione personificato magnificamente da Hopper, qui Lynch si concentra sull'industria del porno. Il comun denominatore dei suoi film è la perversione (soprattutto legata al sesso e allo sfruttamento) e il mondo oscuro e nihilista nel quale finiscono per essere coinvolti personaggi ambigui e quasi consenzienti, non necessariamente solo nel ruolo di vittime.
La pazzia e la schizofrenia son rese cosi cosi da Bill Pullman (che conoscevo per film assai più leggeri), ma è soprattutto la Arquette che rende magnificamente nel ruolo di una sensualissima dark lady, ambigua come non mai, perfetto personaggio lynchiano, così come la Watts e la Dern lo saranno nei film successivi. Un grande noir, inquietante, ancora volutamente criptico e psicanalitico, con una regia superlativa e una forza visiva e sonora che solo il miglior Lynch sa dare.