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STRADE PERDUTE regia di David Lynch

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stratoZ     9½ / 10  28/02/2024 12:53:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Quanto è bello Lost Highway. Lynch grazie ai suoi successi degli anni precedenti, l'exploit di Twin Peaks in particolare, è finalmente libero da vincoli e può fare sfogo a tutta la sua creatività, può finalmente addentrarsi nel suo mondo surreale e macabro, onirico e inquietante, con questo film straordinario che forma una sorta di trilogia concettuale con i successivi "Mulholland Drive" e "Inland Empire", ma si colloca anche come l'evoluzione stilistica di quel folgorante esordio che fù "Eraserhead".

Di cosa parla Lost Highway? Vorrei saper rispondere, ma non sono certo di nulla, anzi sono certo che non riuscire a sapere di cosa parla il film in questione diventi un vantaggio, perché la domanda vera da porsi è: "Cosa si prova guardando Lost Highway?". E' qui a mio parere la chiave di comprensione non solo di questo film ma di questa ideale trilogia di Lynch, perché l'autore non vuole realizzare il classico thriller dalla trama complicata dove poi arriva il colpo di scena o lo spiegone, non si vuole ingarbugliare in sceneggiature labirintiche dove ti devi fare degli schemini per far tornare tutto, Lynch vuole semplicemente regalare un'esperienza, Lynch vuole portare lo spettatore nei luoghi più reconditi della propria psiche, Lynch vuole scavare nei livelli di coscienza dove non tutto è razionalmente spiegabile.

"I like to remember things my own way. How I remembered them, not necessarily the way they happened"

Ed è così che inizia il viaggio all'interno della mente di Fred, con quella prima inquietantissima parte dove si raggiungono livelli straordinari di tensione e ambiguità, quella tensione irrazionale dettata da eventi inspiegabili messa in scena così bene da commuovermi, con quegli interni così bui, dove quasi si vedono soltanto le silhouette, come a rappresentare l'abisso della mente nel quale ci stiamo addentrando, in punti così profondi dove non riusciamo più a percepire la luce del sole, quelle tende rosse e i colori così caldi della fotografia a tratteggiare le pulsioni e la tematica passionale della pellicola.
Perché penso è la passione, la macrotematica affrontata nel mezzo di questa odissea lisergica, almeno quello che sono riuscito ad acchiappare dalla trama tra un elemento onirico e l'altro, con il protagonista, uno straordinario Bill Pullman che vive una vita sessualmente frustrata, principalmente perché incapace di soddisfare la moglie ed è in cuor suo geloso degli uomini attorno a lei, gli eventi della seconda parte potrebbero essere la proiezione di se stesso, diventato un uomo virile e sessualmente appagato che si toglie le migliori soddisfazioni e questo è sottolineato da delle prove attoriali perfette, visione dopo visione, sapendo cosa succederà si nota come Fred prima del rapporto sessuale con la moglie sia estremamente titubante, perché conscio della propria incapacità di soddisfarla e invece si nota l'estrema sicurezza di Pete nel togliere il telefono di mano ad Alice quando decide che il taxi non serve più.

Lost Highway è un esempio perfetto di noir postmoderno, Lynch prende volentieri spunto dalle pellicole del noir classico e ne stravolge i canoni, la Arquette è una perfetta femme fatale che fa breccia nel cuore e nella mente del protagonista, e non solo, anche dello spettatore, con la sua bellezza gelida, le sue forme voluminose, è l'oggetto del desiderio e allo stesso tempo della disperazione che travolge Fred con questa torbida ossessione che si ripresenta sempre più pulsante "You'll never have me" esclama René, dopo quella clamorosa scena di sesso nel deserto con "Song to Siren" dei Cocteau Twins, riportando Fred o Pete, alla realtà, infrangendo l'illusione nella quale stava vivendo prima di sparire definitivamente, perché probabilmente è stata uccisa da lui per l'estrema gelosia, perché se non la può avere Fred, non può averla nessun altro. Scena che tra l'altro rende tutta la fuga e la refurtiva rubata da casa di Andy nient'altro che un McGuffin, perché a Lynch piace anche divertirsi, non solo divertire lo spettatore.

Lynch con la camera è straordinario, con quei movimenti ad avanzare, anzi ad addentrarsi che si fanno sempre più inquietanti nelle sue cupe scenografie, dilata e accresce la tensione, regala momenti visivamente altissimi, vogliamo parlare dei particolari di lei quando parla al telefono? Ma non fa tutto da solo, oltre che da una fotografia eccelsa è accompagnato dal suo fedele compagno di composizioni quale è Badalamenti, con quei rumori dalle basse frequenze ad inquietare e creare atmosfera, fino ai pezzi più famosi che utilizza, dalla già citata "Song to Siren" usata come leitmotiv nelle scene di sesso ai Rammstein fino a Bowie e Lou Reed che nel contesto ci stanno divinamente.

E poi ci sono tutti quegli elementi inspiegabili, che non fanno altro che accrescere enormemente il fascino della pellicola, come l'uomo misterioso, che vabbé è un incubo ragazzi, ogni volta che entrava in scena mi venivano i brividi e di cosa rappresenta, non ne ho la minima idea, è semplicemente un personaggio che agisce sulle sensazioni, non ha bisogno di una spiegazione razionale, come il resto del film d'altronde.

Ce ne sarebbe ancora da parlare per giorni, ma sono stanco, vi dico soltanto, quanto ***** è bello Lost Highway.

"Fucker gets more pussy than a toilet seat."