anthony 9 / 10 13/04/2021 23:19:30 » Rispondi Il grandissimo Marco Ferreri torna a graffiare e a 'picchiare duro' nel suo penultimo film, nel 1993. "Diario di un vizio" è la risposta anni'90 a ''Dillinger è morto": la spietata e grottesca condanna all'ominicchio medio piccolo-borghese si sposta dall'appartamento alienante e alienato.. agli esterni smorti, tetri, angoscianti e vuoti di una Roma irriconoscibile e in putrefazione. Benito (un bravissimo Jerry Calà) è la rappresentazione umana del paesaggio in decomposizione nel quale vaga senza meta: annotazioni su di un diario che nessuno mai leggerà: ricerca di sesso spasmodico e mai conciliante, di prostitute, di un equilibrio irraggiungibile con la amata/odiata amante Luigia. Una vita senza senso, senza speranza, senza motivo: la fine del piccolo-borghese medio che è stato disconosciuto dai suoi 'simili' perché impazzito.. e quindi oramai libero da catene, lacci e ipocrisie di sorta. La società dei consumi, ormai adulta e matura, espelle senza grandi feste e clamori gli elementi e gli ingranaggi non conformi e di disturbo. L'insuperabile e mai uniformato Ferreri dirige e fotografa il film splendidamente, in maniera a dir poco eccezionale. Il suo ultimo grande, grandissimo film.