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IL FUTURO E' DONNA regia di Marco Ferreri

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amterme63     5 / 10  17/09/2010 19:03:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In effetti è il film meno bello di Ferreri, fra quelli che ho visto fino ad ora. Mostra come il suo metodo di creare per immagini sia diventato ormai troppo idealistico e astratto. I temi trattati fanno fatica a rimandare a qualcosa di reale nella mente dello spettatore. Anche la tecnica cinematografica ormai si è ridotta a riciclarsi di film in film. Quando un autore diventa autoreferente allora c'è qualcosa che non va.
Il tema di questo film è simile a "La storia di Piera", cioè la rivendicazione di una completa libertà di espressione affettiva da parte delle persone, sciolta da istituzioni, pregiudizi o convenzioni. Non a caso gli sceneggiatori sono gli stessi (Dacia Maraini e Piera degli Esposti). Solo che qui la storia è così sbalestrata e avulsa che genera più distacco e incomprensione, piuttosto che partecipazione e riflessione.
Tanto per cominciare l'ambientazione è decisamente strana. Ci troviamo in una Palermo completamente svuotata di se stessa. E' un'architettura che non ci incastra niente con la storia. Il tutto si svolge in una specie di vuoto civile e sociale. Era così anche nei film precedenti di Ferreri, ma allora aveva un senso, qui si fatica a ricavarne uno.
I personaggi poi agiscono in maniera istintiva, con repentini cambi di umore, decisamente inspiegabili. La vita un po' monotona di Hanna Schygulla (un'artista con l'atelier in un ipermercato!) e del suo uomo viene sconvolta dall'arrivo di una capricciosa Ornella Muti (che vaga spensierata senza meta, incinta di 6 mesi). Nella Schygulla si risveglia prepotente l'istinto materno e l'omosessualità sopita. Si forma così il classico triangolo. Le cose però non filano armoniose, scoppiano improvvise scene di gelosia con altrettanto improvvise riappacificazioni. Un incidente fa da strappo drammatico. Si arriva così alla classica scena finale in riva al mare che suggella un po' la storia, solo che qui non trasmette concetti o ideali ben definiti. Il finale infatti lascia decisamente insoddisfatti.
La tecnica di messa in scena è la sola cosa positiva del film, sempre di gran classe e di alto livello. La recitazione della Schygulla e della Muti è decisamente insufficiente: hanno quasi sempre la stessa espressione un po' inebetita. Soprattutto la Muti sfoggia sempre l'identico sguardo ammaliante, come dire "sono bella e affascinante vero?". Lei non recita un personaggio, è semplicemente l'icona di se stessa. L'unico che si salva è Niels Arestrup che dà al suo personaggio un tocco di bella sensibilità e umanità.
E' veramente strano che in un film che si chiama "Il futuro è donna", le donne passino per capricciose, incostanti, gelose, egoiste, mentre l'unico personaggio che ama davvero, che si dà tutto per gli altri, sia proprio quello maschile !