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MARCIA NUZIALE regia di Marco Ferreri

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amterme63     7 / 10  12/06/2010 23:08:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ecco un’altra commedia di Ferreri che ci svela le ossessioni e i problemi mentali della società italiana pre-68, in questo caso quella medio-borghese. Il conflitto che angustiava la gente “perbene” dell’epoca era la difficoltà di conciliare istituzioni e desideri, il matrimonio con l’intesa sessuale.
Anche dal punto di vista tecnico è un puro film degli anni ’60, in quanto è suddiviso in 4 episodi (come usava molto all’epoca), uniti oltre che dall’argomento trattato (il matrimonio), dal fatto che il protagonista è sempre Ugo Tognazzi (come al solito molto bravo). Il punto di vista è quello tipico della commedia all’italiana, cioè l’amabile satira dello stereotipo.
Il primo episodio ricorda vagamente “Il fascino discreto della borghesia” di Bunuel. Due coppie alto-borghesi, molto cerimoniose, si incontrano per “sposare” i loro due cani di razza. I fatto che ci siano dei cani al posto delle persone serve per mettere in ridicolo tutto il formalismo, i cerimoniali, le procedure assurde (anche i cani non posso scopare prima del matrimonio) che accompagnano il rito.
Il secondo episodio ci porta invece in uno dei casermoni che stavano sorgendo come funghi intorno a Roma (comunque in un buon quartiere residenziale). Questo è il prototipo che assomiglia di più alla famiglia di oggi: figlio viziato, suocera invadente, coppia apparentemente unita e legata. In realtà i riti del quotidiano e le idiosincrasie personali, finiscono per rompere l’intesa, soprattutto quella sessuale. Si finisce per accettarsi a vicenda, cercando di sopportare l’insoddisfazione.
L’abitudine e la routine sono anche i protagonisti del terzo episodio, prudenzialmente ambientato a New York (visto che coinvolge dei religiosi). Anche la coppia sposata in questione ha problemi con il sesso. Lo fanno solo di sabato pomeriggio fra le 5 e le 6 (con i bambini distratti dalla televisione). In più partecipano a riunioni in cui coppie sposate con problemi di sesso raccontano tutto, allo scopo di risolvere i loro blocchi. L’iniziativa è di un religioso, il quale fa tutto questo con il solo scopo di salvare l’istituto del matrimonio e della famiglia (che funziona secondo lui solo con un’intensa e soddisfacente vita sessuale !!). Finisce ovviamente con un tradimento (visto che il desiderio sessuale è universale, non certo legato a una persona sola).
Il quarto episodio è quello più interessante e quasi surreale, ed è ambientato nel “futuro” (cioè negli anni che stiamo vivendo adesso noi). Ci fa capire come siano cambiate le aspettative per il futuro. Negli anni ’60 era opinione comune che l’avvenire avrebbe riservato certamente una società più felice. La visione era quindi ottimistica. Ferreri ci aggiunge dell’ironia. La felicità sarà raggiunta eliminando la variabile umana e rendendo tutto artificiale. Ci si sposerà con delle bambole di gomma e così ogni problema di intesa sarà risolto!!
Fra le previsioni utopiche azzardate, qualcuna è azzeccata (“ogni forma di sesso diventerà normale”), qualcun’altra decisamente no (“nel prossimo millennio saremo tutti felici”).
Da notare la “pruderie” che vigeva all’epoca: in una scena una donna appare a seno nudo di profilo, ma i capezzoli sono coperti da farfalle in sovrimpressione (!).
Si tratta tutto sommato di un film carino e divertente. Rimane comunque un’impressione di inconsistenza, di leggerezza e il fatto che sia troppo legato ad una specifica epoca.
Le parti che mi sono piaciute di più sono i titoli di testa e gli stacchi fra un episodio e l’altro, in cui appaiono scene di vita quotidiana dell’epoca virate in bianco-nero, molto interessanti.