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ERASERHEAD regia di David Lynch

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Invia una mail all'autore del commento AnaKronista     7½ / 10  12/01/2014 01:10:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quel "furbetto" birichino di David Lynch aveva capito sin dall'inizio della sua carriera di regista che una delle cose che potevano far lievitare l'interesse attorno ad un film ( specie se infarcito già di suo di sequenze surreali ed "oniriche" ) era quella di costruirgli intorno una "aura" leggendaria di mistero ( espediente di cui egli continuerà a servirsi praticamente lungo tutto il corso della sua carriera ) … in realtà , a mio parere , il film non è poi così tanto indecifrabile : la chiave primaria da utilizzare per comprendere la trama narrativa , i contenuti "filosofici" , ed anche gli aspetti espressivi artistici di Eraserhead è semplicemente quella di focalizzare un po' di più l'attenzione sugli elementi autobiografici del regista , all'interno dei quali sono compresi sia gli avvenimenti di vita reale ( ovvero la sua precaria situazione economica , le momentanee frustrazioni delle sue aspirazioni artistiche giovanili , le esperienze di vita difficili nell'opprimente ambiente di Philadelphia , la relazione con la prima moglie Peggy e soprattutto i problemi avuti dalla prima figlia Jennifer dopo la nascita – guarda caso ! ) , sia i gusti e le preferenze personali del giovane Lynch in materia cinematografica ed artistica in generale ; tutti elementi di cui ( toh , guardacaso) è facile ritrovare ampie tracce disseminate all'interno della pellicola ( per citare qualcuna di queste in breve : l' espressionismo tedesco e il surrealismo francese nella cinematografia di fine anni '20 – la letteratura di Kafka e di Gogol - la psicologia freudiana - le arti figurative delle avanguardie surrealiste , etc.etc. ) …
In quanto al famoso sottofondo sonoro inquietante e misterioso , a me personalmente ricorda piuttosto da vicino le sequenze iniziali de " il deserto rosso " di Michelangelo Antonioni … tanto più che di riferimenti all'alienazione post-industriale dei luoghi e dei personaggi anche in questo primo film di Lynch ce ne sono parecchi … dite che è una similitudine troppo azzardata ?

Ah , a proposito … la famosa frase "chiave" della Bibbia , su cui ovviamente il nostro caro e "furbetto" David ha costruito un'altra delle sue leggende ( di pulcinella ) io la conosco …

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elio91  11/08/2014 01:28:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che furbo, uno che fa la fame e per 5 anni lavora per fare un film destinato ad un circuito d'essai dove non si sa neanche che destino avrà è un pazzo o un genio. Se fece impazzire i cinema di mezzanotte è solo grazie a John Waters e al passaparola dei weirdo strafumati, oltre che dei cinefili accaniti che lo elessero a cult assoluto in quel circuito.
Lynch non è mai stato furbo in quel senso, non ha mai cercato di costruirsi uno stile facilmente replicabile. Ma è sempre stato attirato dal mistero, come espediente puramente narrativo però. Se avesse voluto, e lo ha dimostrato durante tutta la sua carriera, avrebbe potuto girare film di cassetta o comunque più accessibili e ricevere molti più onori e soldi. Penso a Elephant man, a Straight story, in parte a Dune. Ma anche Blue velvet e Cuore selvaggio non erano quei puzzle complicatissimi che saranno i film della maturità, e se lui non si smuove a darne una interpretazione è semplicemente perché è così che funziona, non vuole fossilizzare in un tracciato prestabilito il suo cinema che d'altronde, ripeto, credo anche per lui sia aperto sempre a nuove prospettive. La vera complessità non è tanto la storia "nascosta", è anzi la costruzione della narrazione capace di ripiegarsi su sé stessa a spirale, di rimettersi continuamente in gioco in tanti, potenziali punti di partenza, è un cinema continuamente in procinto di nascere e abortire, tolto Inland Empire...
Eraserhead non è indecifrabile come gli ultimi, anzi è chiarissimo ciò che accade.
Pensare che ci siano manuali di istruzione per capire i simbolismi lynchiani, spesso cose che manco lui comprende fino in fondo, è fuorviante.
Sulla presunta attribuzione autobiografica del film, è sempre stata smentita da Lynch stesso, dalla moglie dell'epoca e pure dalla figlia in questione, Jennifer. Ciò non significa che un input bello forte non gli sia venuto dai momenti allora vissuti.
Credo inoltre che tu stia sopravvalutando Lynch che all'epoca era molto poco informato sul surrealismo e immagino anche su Gogol e Freud.
Come Fellini, la sua potenza è data dalla sua totale ignoranza di un certo mondo intellettuale di cui però comprese e comprende i meccanismi alla perfezione senza restarne troppo legato.
Non è cinema intellettualoide, non c'è razionalità se non in un secondo o terzo momento. è pittura in movimento.