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ERASERHEAD regia di David Lynch

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Marco Iafrate     10 / 10  03/12/2007 08:03:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
L'intelletto ha dei limiti, come tutte le cose che riguardano l'uomo, al di fuori di questi limiti sconfiniamo oltre l'umano, in un potetico limbo tra questi due orizzonti risiedono due realtà: il genio e la follia; a quali di queste due categorie appartiene David Lynch è impresa ardua comprenderlo. Certo, chiunque abbia avuto a che fare con questo eclettico regista questa domanda se la sarà sicuramente posta: Eraserhead in primis, passando per i primi cortometraggi per arrivare all'ultimo, incredibile, Inland Empire, sono opere frutto di un genio o di un folle? L'opinione è soggettiva, a me piace considerarlo un misto di tutte e due, un folle genio. Le perplessità che mi hanno lasciato i tre corti "The Grandmother, The Alphabet e The Amputee" lo collocano tra i folli, ma lavori come "Mulholland Drive, Strade Perdute e Elephant Man" mi hanno fatto pensare ad opere che solo un genio può realizzare, Eraserhead sta nel mezzo, completamente visionario e d'avanguardia il film immerge lo spettatore in un vuoto apparentemente incomprensibile composto da personaggi che si muovono oniricamente in un paesaggio desolante, grigio, tremendamente triste ed allucinato, ma se gli esterni trasmettono un'insopportabile angoscia, ancora più squallidi sono gli interni, il monolocale dove vive Henry Spencer (il protagonista), o la casa dove soggiorna la famiglia della sua fidanzata sono un incubo claustrofobico materializzato, nessuno spiraglio di luce, nessuno splendore, in questa tetraggine i due si amano, l'unione tra i due da vita ad un essere informe, inumano, confermando la predisposizione di Lynch ad essere attratto dalle deformità (Elephant Man). Il titolo del film è quanto di più delirante si possa immaginare: in un laboratorio, degli individui usano la materia cerebrale per costruire la gomma (appunto l'eraser) per le matite. L'insieme di situazioni assurde, pregne di simboliche metafore introducono lo spettatore in un surrealismo allucinato a tratti disturbante è qualcosa di più dell'horror, è indescrivibile, forse è anche questo il fascino di questa pellicola, la finzione del terrore quando ha una logica è sopportabile, la finzione del delirio illogico no, ma è un'insopportabilità incredibilmente coinvolgente e contagiosa, non si può fare a meno di subirla, è la sublimazione dell'orrore.
Cercare di ingabbiare il film all'interno di una trama è impossibile, equivarrebbe snaturarne la struttura, ereggere un confine ai sogni, un film carico di questa angoscia può essere pensato solo da chi questa angoscia la conosce, la vive; non stiamo qui a ripeterci sulle ossessioni che hanno albergato fin da piccolo nell'animo di Lynch, ma possiamo comprendere come la realizzazione di film come Eraserhead sia stata "facilitata" dalla totale immersione del contesto, Lynch anche a causa di problemi finanziari che lo hanno costretto ad abbandonare la propria abitazione, ha praticamente vissuto sul set, dormito nelle stanze dove girava gli interni (la stessa esperienza l'aveva provata già con The Grandmother, ma qui l'aveva fatto volontariamente), insomma la simbiosi con le sue creature è totale, d'altra parte l'inclinazione all'orrido, al macabro, all'aberrante oltre ad essere palesemente mostrata nei suoi film, la si evince anche dalla sua passione per la fotografia, i soggetti preferiti sono ospedali, camere mortuarie, obitori.
La curiosità ci porta alla conoscenza: dagli scritti veniamo a sapere che Lynch ha impiegato cinque anni per concludere le riprese del film, girava dall'imbrunire a notte fonda ed il giorno lavorava come distributore di giornali porta a porta; l'attore Jack Nance, protagonista del film, ha tenuto quell'improbabile capigliatura per tutti e cinque gli anni della durata della pellicola; il neonato informe sembra sia stato ricavato da un feto imbalsamato di vitello o da un coniglio scuoiato, Lynch ne ha sempre fatto mistero; Eraserhead era uno dei film preferiti del grande Stanley Kubrick. Un film che alla sua uscita molti definirono un prodotto con prospettive commerciali praticamente nulle ma che è diventato un cult movie. David Lynch è un genio folle, ma noi che lo ammiriamo che cosa siamo?.
Invia una mail all'autore del commento Enzo001  21/06/2008 15:38:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
CLAP CLAP CLAP
Marco Iafrate  21/06/2008 18:23:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, grazie! ( con inchino ).
lampard8  18/12/2007 13:22:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
che gran commento! bravissimo
hitch1990  19/12/2007 23:01:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
decisamente ottimo
Marco Iafrate  18/12/2007 17:04:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie lampard, mi fa molto piacere che hai apprezzato!.
ELY81  09/01/2008 23:53:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bel commento. Complimenti! Io ho deciso di dare una rivisitatina ieri al film, verso la mezzanotte, immersa nel buio pesto. E' come se l'avessi visto per la prima volta, quando invece lo vidi qualche mese fa. Comunque mi era sfuggito il simbolismo della materia celebrale nelle matite che ricorda il titolo, appunto:mente che cancella. Beh, non credo che Lynch sia fondamentalmente un genio o un folle. E' un regista che gioca molto con le immagini, da buon pittore che è stato e che continua ad essere. Questo film, intessuto nella fitta rete di incubi e di visioni oniriche, mi ricorda molto il surrealismo di Bunuel(Un chien d'Andalou)e la fotografia di Bergman.
Del resto l'obbiettivo e la capacità di questo regista è proprio quella di coinvolgere lo spettatore, rendendolo quasi parte di quel mondo. Un grande poeta delle immagini.
Marco Iafrate  14/01/2008 16:27:05Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Ely, sempre molto gentile. Condivido la tua breve analisi; beh, quando io parlo di genio, lo intendo comunque in un contesto cinematografico (altrimenti Dante, Leonardo, Tolstoy, Raffaello ecc. cosa sarebbero?), folle un pochino lo è, diciamo che un regista che consideri "un grande poeta delle immagini" e che ti ricorda il surrealismo di Bunuel e la fotografia di Bergman se non è proprio un genio....... ciao! :-)
Max78  31/05/2008 19:54:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
commento divino!
Marco Iafrate  01/06/2008 22:57:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie mille Max!.