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PIRATI DEI CARAIBI: AI CONFINI DEL MONDO regia di Gore Verbinski

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Boromir     7 / 10  13/11/2022 01:45:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Come spesso accade con le grandi trilogie blockbuster, anche quella di Pirati dei Caraibi si conclude nel modo più pomposo e fragoroso possibile. Tra sfoggio sempre maggiore di effetti speciali e trama ancor più corposa nel world-building, Gore Verbinski raccorda tutti i fili della saga, lasciando comunque aperti degli spiragli per ulteriori sequel che ovviamente non tarderanno ad arrivare (decretando la decadenza ultima dell'intera operazione).
L'accumulazione è il vero difetto di questo terzo capitolo: il susseguirsi di tradimenti, intrighi, colpi di scena, sequenze spettacolari, momenti divertenti e dialoghi portano a una durata di quasi tre ore forse eccessiva, soprattutto considerato quanto l'ampiezza del mondo piratesco e l'elemento dei "confini del mondo" non vengono spremuti a sufficienza in tutto il loro affascinante potenziale. C'è da dire che il ritmo non cala mai, e nella prima parte si sente poco la mancanza di Sparrow in virtù delle ottime sequenze dialogiche assemblate da Elliott e Rossio. Il tutto conduce a una battaglia finale sull'orlo di un maelstrom davvero fuori scala per portata delle immagini ed epicità. La bella fotografia di Dariusz Wolski aiuta il regista a costruire sequenze memorabili, e sottolinea egregiamente l'atmosfera oscura, da apocalisse imminente, di quest'ultima sezione del viaggio.
Ovviamente Jack Sparrow è la stella polare dell'intera saga, ma questa volta il personaggio interpretato dal solito grande Johnny Depp (proiettato e frammentato in cento, mille Sparrow che fanno spesso da eminenza grigia del Capitano in diversi intermezzi gustosi) ha nettamente meno spazio rispetto ai suoi comprimari. In questo caso l'evoluzione di Will Turner e Elizabeth Swann attraverso tappe dolorose e accettazione delle conseguenze delle proprie azioni risvegliano un'idea di racconto formativo vecchio stile molto affascinante.
Per il resto, siamo dalle parti della più tipica carrozza cinematografica targata Bruckheimer: esplosioni, schegge, sferragliare d'armi e d'amori fanno parte di un gioco estetico smisurato, a tratti sovrastato dalla bellissima colonna sonora di un Hans Zimmer più "gladiatorio" che mai. A più di un decennio di distanza, il cameo di Keith Richards rimane un immenso perché.