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L'ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE regia di Terry Gilliam

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Ciumi     7 / 10  23/03/2010 18:09:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La follia che interessa a Gilliam non è quella individuale, o patologica, o psicologica – ciò è assodato – ma quella (più orwelliana che kafkiana) collettiva e quasi astratta di una società caricaturata e d'un intero sistema politico e burocratico. Un po' alla "Dr. Stranamore" insomma.
Ma il mistero e l'assurdo che smuove la pellicola qui mancano, a mio parere, di quello slancio metafisico che a tratti si riusciva a trovare ad esempio in "Brazil". Il barocchismo allucinato alla Welles, l'uso assiduo del grandangolo, e la visionarietà molto estetica di certe scene, in "L'esercito delle 12 scimmie" sembrano funzionare meno.
Se proviamo a snodare gli intrecci (troppi) narrativi, e ad appiattire i continui e violenti sbalzi temporali, ci accorgiamo di come la trama sia infondo abbastanza sciocca.
Certo, l'eccessività teatrale e grottesca della rappresentazione è voluta – ma ad ogni modo mi viene difficile apprezzare una recitazione come quella di Pitt nei panni d'un improbabile schizzato, o trovare grande interesse nell'esplorare un mondo così schematicamente reinterpretato.
Il normale, in una società di pazzi, diviene il folle. Anche questo assioma resta intrappolato in una narrazione troppo farraginosa. Il film è affascinante solo se si prova a discernere qualche sequenza fuori dal suo contesto.

C'è poi quel richiamo all'innocenza, a quell'ingenua purezza che rimane impossibile e che finisce per essere sommersa ineluttabilmente dalle assurdità della civiltà moderna.
In "Brazil" era un sogno fantastico. Qui è un ricordo d'infanzia e, assieme, artistico di quel gioiello diversissimo che fu "Le jetee" di Marker, e da cui "L'esercito" di Gilliam prende curiosamente spunto.