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amterme63     8 / 10  04/06/2011 12:32:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo film di Lang. La parte più bella e interessante è la maniera con cui Lang evoca l'oppressione nazista in una nazione occupata. Direi insolitamente azzeccata e realista. Ciò è dovuto senz'altro alla mano di Bertold Brecht che ha aiutato Lang a concepire quest'opera. Anche qui si incontra uno dei temi cardine del cinema di Lang, cioè quello della contrapposizione fra legge costituita e legge popolare. A differenza dei film precedenti, qui Lang si schiera decisamente a favore della seconda. Purtroppo il film è rovinato dal sentimentalismo e dalle forzature narrative, tipiche dei film americani dell'epoca. Peccato. Certi personaggi (come quello del professore) emergono però per umanità e realismo. Certamente l'atmosfera partigiana, di esaltazione della resistenza popolare si fa sentire notevolmente (la guerra era ancora in corso), ciò non toglie che in qualche breve scena alcune figure popolari riescano ad emergere in tutta la loro schiettezza (merito indubbiamente di Brecht).
I nazisti sono ritratti in maniera abbastanza caricaturale (effeminati, crudelissimi, viziosi, morbosi) ma decisamente pervasivi e oppressivi. L'atmosfera di arbitrio e di paura, di sorda resistenza, di dubbi e stanchezze, è rappresentata benissimo.
C'è anche una figura di commissario che ricorda un po' quella di Lohmann, tipica dei film tedeschi di Lang. Sta dalla parte del "male", però agisce in maniera molto scaltra e fine e riesce addirittura a pervenire quasi alla verità. Ricorda un po' il commissario nazista di "Bastardi senza gloria".
Sono solo delle forzature narrative (imposte dai gusti dell'epoca) a "salvare" i personaggi buoni, lasciando però qualcheduno cadere per poter rappresentare un nobile sacrificio.
Tutto questo riesce a creare una caratterizzazione tutto sommato europea e realista. Nel film viene introdotta però la figura della figlia del professore, la quale rappresenta l'americana media come veniva concepita allora: buona, ingenua, che però impara a reagire e a capire dove sta veramente il "bene", al di là delle apparenze. C'è poi tutta un'attenzione particolare al perbenismo all'istituzione della famiglia borghese.
Il film scade però nel finale quando si vuole assolutamente dare un lieto fine che salvi i principali personaggi buoni e condanni quello cattivo. L'intreccio diventa un po' macchinoso e improbabile, ma così si voleva allora al cinema e Lang non si poteva tirare indietro.